Attacco al Montucolo Italiano

5-6 gennaio 1916

Nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio una pattuglia di 13 kaiserjäger (cad. Amann) verso le 22 parte dalla FW 1 del Montucolo Austriaco e giunge inosservata fino a 20 metri dalla posizione italiana; al seguito ci sono altri 7 kaiserjäger (ten. Wolkenstein). Piombano nella trincea italiana che è difesa da un plotone del 60° Calabria (ten. Crescenti) e riescono a lanciare le bombe a mano contro i minatori al lavoro, uccidendone 2 ed anche altri 7 fanti, oltre a 18 feriti e 22 prigionieri. Altri simili tentativi contro la cima ad opera di rispettivamente 17 (alf. Kasserer) e 9 (cad. Snikez) kaiserjäger vennero invece respinti senza alcuna perdita. Anche in questo caso la versione fornita da Schemfil è leggermente diversa, in quanto questi riconduce ad un'unica azione i due episodi.
Per migliorare la sistemazione difensiva gli italiani andarono ad occupare l'alto Costone di Salesei (Ridotta S. Pietro) ed il cosiddetto Costoncino (o Ridotta Calabria) sotto la selletta Lana - Sief. Le posizioni vennero rinforzate e messe in comunicazione dal plotone della 12ª minatori.
Col di Lana
Il 19 gennaio alle 21.30 una trentina di italiani tentano di avanzare verso la Rothschanze, ma vengono respinti da reparti della 15ª/2° Kaiserjäger. Il 30 gennaio torna in linea il 59° che dà il cambio mensile al 60°, schierandosi in questo modo:
 - il III in riserva tra Salesei ed Agai;
 - il II sul Costone di Salesei, con una compagnia al Villaggio Austriaco ed una al Montucolo;
 - il I occupava con due compagnie le trincee di Cima Lana, con una il Cappello di Napoleone e la 4ª era frazionata sulle trincee del Costone di Agai.
Ricorda il Mezzetti: "Dove invece la situazione era rimasta precaria e pericolosa era sulla posizione della Cima la quale si reggeva, forse, più per la rinuncia del nemico a ributtarcene che per propria efficienza. Quivi la trincea era sempre costituita da due tronconi separati i cui parapetti erano franosi e i cui reticolati venivano mantenuti faticosamente efficienti a furia di gabbioni di filo spinato accumulati alla meglio sulla neve."

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