Secondo attacco alla Cresta di Costabella

20-26 Ottobre 1915

Il 15 ottobre il battaglion Cadore si riunisce a Passo Tre Croci. Il compito del battaglione è ancora quello di attaccare le posizioni austriache del versante nord del Cristallino d'Ampezzo, che nel frattempo sono state rafforzate in modo considerevole. A Forcella Grande sono stati preparati dei camici bianchi per l'attraversamento dei ghiacciai, ma non sono in numero sufficiente; chi ne rimarrà sprovvisto sarà costretto a spogliarsi e rivestirsi sovrapponendo alla divisa la camicia e le mutande. La 67ª (cap. Pocchiola), tenendosi alta, a destra, lungo le rocce basali del Cristallino d'Ampezzo, deve puntare sulla Schönleitenschneide; la 75ª (cap. Gatto Roissard) deve scendere nel fondo del circo di Val Prà del Vecio; la 68ª (cap. Porta), a sinistra, si deve spingere verso le rocce del Forame di Fuori. Tra le 22 e le 23 del 19 ottobre la 67ª e la 75ª varcano Forcella Grande e raggiungono il plotone sciatori che le ha precedute di poco. Nella neve alta circa 50 cm, la 75ª con il plotone sciatori e la 3ª sezione mitragliatrici punta verso il basso; la 67ª e la 4ª sezione mitragliatrici punta verso destra e raggiunge le tre piccole forcelle tra il Cristallino e la Schönleitenschneide. All'alba la nebbia coglie la 75ª distesa in linea nel circo e la 67ª preceduta dal cap. Pocchiola e dal magg. Buffa di Perrero in fila indiana lungo la cresta. Una pallottola austriaca fora l'orecchio del maggiore e molti alpini cadono nel passare per un punto esposto obbligato. Nel frattempo la 75ª e gli sciatori avanzano fino alle trincee di Val Pra del Vecio, ma sono arrestati dalla nebbia fitta e dal tiro incrociato di mitragliatrici austriache. Nella notte sul 20 la 68ª tenta di attaccare la Punta Est del Forame di Fuori. La prima volta due squadre (s.ten. Trinchero) giungono fino a Forcella Verde, a 50 metri dal piccolo posto austriaco. Un tascapane pieno di bombe sfugge di mano ad un alpino e così viene dato l'allarme. La prima scarica di fucilate uccide 10 alpini, gli altri vengono feriti; si salva solo il caporale Menegus. La seconda volta l'azione costa 4 alpini.
All'alba del 21 lo scontro riprende sulla Schönleitenschneide ed in Val Prà del Vecio, ma l'azione appare impossibile per la cresta. Arriva perentorio l'ordine di persistere nell'attacco. Il magg. Buffa di Perrero raccoglie i suoi ufficiali e dice loro: "Signori ufficiali, andiamo alla morte, facciamo vedere come sanno morire gli alpini". I s.ten. Bosio e Manini si lanciano in testa ai loro plotoni; vengono entrambi colpiti a morte. Un'altra squadra si lancia spronata dal caporale che urla "Avanati fioi, per l'onòr del bataiòn; chi che torna indrìo lo copo mi". "Il cap. Pocchiola, in testa alla 67ª, è ferito due volte: ad una mano e ad un braccio, che gli rimane spezzato. Il magg. Buffa di Perrero, barcollante, arso dalla febbre per infezione dalla ferita riportata il giorno prima, viene ferito ancora; una pallottola di fucile gli attraversa la coscia. [...] Ma non un alpino indietreggia, non uno esita, ed ognuno che avanza è ucciso o ferito."
Anche nei giorni successivi gli alpini tentano più volte l'attacco, guidati dal cap. Gatto Roissard (che aveva sostituito il magg. Buffa di Perrero che era stato ferito) per facilitare l'azione sulla sinistra della Como; ma il freddo intenso (-8°C), il terreno difficile e ghiacciato, e la tenace resistenza austriaca fecero sospendere l'azione. Il battaglione ripiegò la sera del 22 verso il passo Tre Croci dopo aver perso 14 ufficiali (tra i quali i s.ten. Bosio e Manini) e 224 alpini. Il cambio venne dalla 30ª compagnia del Fenestrelle (cap. Varda). Il 22 ottobre giunge anche la 96ª (cap. Rossi) che il 23 varca Forcella Grande e tiene le posizioni fino al 26, fino all'ordine di ripiegamento che si completa alle 3 del 27 ottobre. Per quanto riguarda la fanteria, reparti del 23° (col. Tosatto) si erano mossi con intento dimostrativo contro gli austriaci in Val di Fanes ed allo sbocco di Val Travenanzes ed il 24° (col. Garelli) tentò, dal 20 al 26 di conquistare le pendici nord del Forame. Poichè l'offensiva dei fanti era legata all'esito dell'azione del Pieve di Cadore, il 22 i fanti si arrestarono ed il Comando di Divisione ordinò di attaccare in Val Felizon. L'azione riprese all'alba del 24. I guastatori, per l'azione della fucileria austriaca, non riuscirono a far saltare i reticolati, nè a tagliarli, per cui le truppe che tentarono l'avanzata vennero inesorabilmente respinte dalle difese passive. Nella notte sul 25 gli austriaci, che già nei giorni precedenti avevano eseguito contrattacchi contro il fianco sinistro del basso Felizon, raggiunsero di sorpresa la località Zuoghi (q.2056) da dove, con pochi abili tiratori, obbligarono l'ala sinistra dei reparti operanti verso il Forame a ripiegare. Anche l'ala destra del 24° ebbe l'ordine di ripiegare sulle posizioni di partenza dello Zurlon e di Col dei Stombi. Le perdite del 24° assommarono a 10 ufficiali e 287 soldati.

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