Combattimenti di agosto

12-19 Agosto 1915

La notte sul 4 agosto, il comando del battaglione Pieve di Cadore riceve l'ordine di eseguire azione dimostrativa in Alta Val Fiscalina, al fine di evitare spostamenti di truppe austriache verso il Passo di Montecroce. Alle 8, tre plotoni della 67ª (cap. Busolli, ten. Rean e s.ten. Radaelli) più la 4ª sezione mitragliatrici valicano il Passo Fiscalino (Oberbacher), passano tra la Lista ed il Pulpito e puntano sul rifugio Zsigmondy. Una delle due mitragliatrici si appoggia verso la Croda dei Toni per dominare le posizioni del Pulpito, mentre un'altra si dirige sotto la Forcella del Pulpito assieme al 4° plotone (ten. Antoniutti e Pocchiola). Il grosso discende seguendo la forra del rio e giunge col plotone d'avanguardia a 100 metri dai trinceramenti austriaci. un plotone, con il comandante della 67ª ed il comandante del battaglione raggiunge il costone a ponente dei ruderi del Rifugio, da cui è possibile dominare la valle e le trincee austriache. D'improvviso alle 11 gli austriaci iniziano a sparare con fucili e mitragliatrici. Il plotone staccato si allinea sul costone e poco dopo ne discende. Il capitano si arresta per studiare col binocolo le posizioni austriache; una pallottola colpisce il perno del cannocchiale e gli frattura la mascella. E' costretto a ritirarsi e gli succede il ten. Rean. L'artiglieria italiana risponde, ma l'avanzata italiana non può procedere perchè i reticolati non possono essere tagliati. Il 14 agosto, mentre a sinistra un plotone sfila sulle rocce per minacciare il fianco destro austriaco, gli altri plotoni della 67ª (ten. Rean) e del 56° fanteria, alle 2.30 avanzano contro la linea trincerata. "Alle 3.15 la sentinella nemica lancia il "Wer da?". "Alpini del 7° bataion Cadore" urla il primo alpino con orgogliosossima voce. E con slancio travolgente, alla baionetta e con bombe a mano, viene sferrato l'attacco contro i trinceramenti più alti. Il s.ten. Bellei e 21 dei nostri (in grande prevalenza alpini) cadono morti; sono feriti in 50. E' gravemente ferito l'aiutante maggiore, ten. Slaviero."
Il 16 la 67ª Alpini e la compagnia del 56° ricevono l'ordine di procedere all'occupazione della parte bassa delle trincee austriache. All'alba (5.30) del 17 agosto, la 58ª batteria da montagna italiane postata a Forcella Giralba, Forcella Pian di Cengia e nei pressi del rifugio Zsigmondy fa fuoco per 10 minuti e poi allunga il tiro a battere i rovesci delle posizioni austriache. Alle 5.45 due plotoni di alpini (67ª) e due di fanteria (56°) si lanciano ad occupare il trincerone. Il combattimento non dura che 20 minuti e costa agli austriaci 17 morti e 5 feriti. L'artiglieria austriaca spara con tutti i suoi pezzi da montagna dal Monte Sesto di Dentro, dalla Val Fiscalina e con un obice da 105 dal Forte di Haideck, ma ormai invano. "Vengono fatti prigionieri 35 bavaresi, dei quali 7 feriti. Un luogotenente avversario, Johann Friedrich, gravemente ferito all'addome, trasportato fuori tiro dai nostri, rantolando tra le sante braccia di don Emilio Campi, bacia un ritratto e forza la voce quasi spenta: "Prego ... ditelo a mia moglie ... ditelo ai miei tre bambini ... mi avete veduto compiere il mio dovere ... onorevolmente morire ...". Verrà tumulato alquanto a sud del Rifugio, sotto una zolla di minuscoli fiori."

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