Lavori di mina sul Castelletto

Gennaio-Febbraio 1916

Il col. Tarditi capisce che l'attacco frontale contro il Castelletto è impossibile e visto che buona parte dei suoi soldati sono minatori e gli ufficiali periti minerari o ingegneri, incarica il s.ten. Tissi (perito minerario, comandante di un plotone della 78ª) di eseguire i primi studi di fattibilità per una mina.
Il 22 dicembre il Belluno ritorna in Val Costeana su richiesta dello stesso Tarditi, ed il Tissi presenta al gen. Verdinois (comandante del Genio della 4ª Armata) il progetto.

Mina del Castelletto La mina del Castelletto (tratto da Pieri)

Il 3 gennaio cominciano i lavori per l'ampliamento delle posizioni italiane a Forcella Bos ed alla Gran Guardia; al Tissi viene affiancato il s.ten. Malvezzi. Insieme effettuano lunghe ricognizioni presso il Castelletto e lo Scudo; i due tecnici hanno visioni diverse relativamente alle rilevazioni topografiche ed alla potenza del compressore da utilizzare, per cui arrivano ad una suddivisione dei compiti.
La posizione dello Scudo viene rinforzata e vigilata di continuo per non fare tagliare fuori i lavori della galleria. I Volontari Feltrini dal canto loro respingono tutti gli attacchi tentati dagli austriaci contro la cima della Tofana I.
A metà febbraio si inizia la galleria vera e propria; nella prima e terza decade di marzo arrivano da Col (vicino Cortina) al Castelletto i due gruppi perforatori da 15-18 HP e 30-40 HP. Ma lo scetticismo dilaga tanto che a metà marzo il comando della Reggio riprende il vecchio piano del gen. Cantore tentando di approfittare di una valanga che aveva distrutto due baracche austriache. Ma nonostante il contributo di un plotone della 79ª da Punta Marietta, l'azione si arresta sul nascere.

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