L'ultima resistenza

La sera del 6 novembre la situazione del I Corpo era più o meno la seguente: il grosso era raccolto nella conca di Tai, mentre le batterie da campagna erano in viaggio verso Ponte nelle Alpi; il gruppo Cuneo (artiglieria da montagna) stava arrivando a Fadalto mentre le truppe della Fortezza Cadore - Maè erano sulla Linea Gialla. Quindi, mentre il IX Corpo poteva ritirarsi, il I era destinato ormai a scontrarsi con la 94ª Divisione austriaca (Ten.Mar. von Lawrowski).
Il 6 novembre gli austriaci avevano invaso tutto il Comelico e verso le 23.30 erano giunti ad Auronzo. Il grosso delle truppe italiane, dopo aver trascorso la notte all'aperto sul rovescio del Passo della Mauria, giunse verso le 9 a Lorenzago. La difesa della Mauria venne assunta dal col. Foglia del 7° Bersaglieri che sulla sinistra poteva contare sull'appoggio dell'11°. Fu proprio questo reggimento il primo ad essere attaccato dai nuclei avanzati del Gruppo Fasser. Negli scontri che seguirono si registrarono circa 6 morti e 15 feriti per parte. L'11° fu costretto ad abbandonare la linea di Col Rementera e Pezzocucco, incendiando le baracche ed anche la Casera di Razzo.
Il 7 novembre (con una temperatura di -12°C) le truppe del Gruppo Fasser si lanciano contro Forcella Losco e Col Rementera, ma i bersaglieri ed alcune batterie di artiglieria li respingono al prezzo di 6 morti e 22 feriti (contro 7 morti e 22 feriti austriaci). Il col. Foglia organizzò in questo modo la difesa del Mauria:

 - sulla destra del passo, alle falde del Monte Miaron vi era il LVII/16° Bersaglieri con la 2ª Sezione Mitragliatrici in prima linea ed il resto in riserva;
  . sull'appuntamento del Monte Miaron la 357ª batteria da 120;
  . sulla piazzola del primo tornante della strada militare agiva la 90ª batteria da montagna con i suoi pezzi da 65;
  . al passo del Cridola era stato inviato un plotone del LVII Bersaglieri;
 - al centro, sulle pendici di Col Stizzinoi era il XXVII/11° Bersaglieri, con la 1ª, 2ª e 3ª compagnia: tra le ultime due si inseriva la 7ª/X/7° Bersaglieri con 2 cannoni da montagna a nord ovest del passo
 - sulla sinistra stavano la 1ª e la 6ª/X Bersaglieri ed una compagnia mitraglieri del 7°
 - su Col Rementera, Forcella Losco e Forcella Camporosso si trovavano il XXXIII e XXXIX Bersaglieri che tenevano la linea fino a Monte Col, dove si trovava la 6ª/XXXIII

Di fronte all'inutilità dei primi tentativi, gli austriaci iniziarono ad ammassare truppe sotto le pendici di Stabie per poi avanzare coperti lungo il valloncello ad est di Col Pioi; poi attaccarono l'ala sinistra dello schieramento italiano andando a scontrarsi con la 6ª/X e la compagnia mitraglieri del 7°. Queste due compagnie resistettero, sperando nell'aiuto della 9ª/LXIII; verso le 10 venne inviata in rinforzo anche la 4ª/LVII, ma non arrivò in tempo in quanto la linea italiana venne investita da un intero battaglione austriaco che si impadronì di Col Pioi e Colrosolo, catturando dapprima le 2 compagnie in linea e poi anche la 9ª. La 4ª venne allora richiamata ed inviata in riserva a Col Stizzinoi. Gli austriaci iniziarono a battere il fianco della difesa italiana della Mauria con alcune mitragliatrici ed un cannoncino da trincea, sparando contro il XXVII bersaglieri. Alle 12 lo scontro raggiunse il culmine: dal Crepo delle Staipe al Prà del Santo, 2 mitragliatrici italiane sparavano per fiaccare l'impeto degli austriaci, ma vennero messe a tacere. Il mitragliere del Crepo delle Staipe cadde ucciso sull'arma ed i suoi resti, ancora cinti dai caricatori vennero ritrovati nel 1925.
Il Gruppo Marelli, che si trovava tra i fienili Miaron e Lorenzago, riceve l'ordine di avviare il Tolmezzo, la compagnia di marcia del Pinerolo e la 51ª compagnia mitraglieri "S. Etienne" in posizione a Col Torondo e Col Magnente, col compito di fronteggiare l'avanzata austriaca. In zona era anche il LVII Bersaglieri ed il III/132° che, distaccato a Vigo, aveva la 9ª e la 12ª presso Forcella Camporosso per proteggere la ritirata del XXXIII Bersaglieri. Verso le 13 veniva segnalato che gli austriaci avevano occupato Forcella Cridola e che stavano dirigendo forti nuclei verso Lorenzago. La brigata Lazio (senza il III/132°) e tutti i reparti del Gruppo Marelli (tranne quelli impegnati nella difesa della Mauria) alle 14 ripiegavano verso Perarolo sotto il fuoco dell'artiglieria austriaca. Gli austriaci scesero da Col Pioi tentando di aggirare Col Stizzinoi, ed a parare la minaccia venne inviata la 4ª/LVII ad occupare le posizioni tra la 3ª/XXVII e la 1ª/LVII; verso le 16 gli austriaci cacciarono la 3ª/XXVII ed anche due pezzi da montagna erano stati messi a tacere. Alle 16.30 si sviluppò un nuovo deciso attacco austriaco che fece cedere la 1ª e la 2ª/XXVII; stessa fine trovarono la 1ª e 2ª/LVII (t.col. Dezzani). I superstiti, raccolti dal col. Foglia, cercarono di retrocedere verso Lorenzago, lasciando sul terreno 16 morti e 80 feriti (26 morti e 110 feriti da parte austriaca). Gli alpini del Tolmezzo, della compagnia di marcia del Pinerolo e della 51ª mitraglieri rimasero nelle posizioni loro assegnate fino a notte e venne quindi loro preclusa la possibilità di ripiegare: vennero catturati assieme al comandante, cap. Polacco. Tra gli ultimi a ritirarsi furono i Volontari Alpini del Cadore del cap. Coletti; questi erano scesi il giorno 5 novembre dal Vallon Popera ed il giorno seguente erano risaliti a Forcella Scodavacca e Forcella Cridola, lasciando una pattuglia a presidio del ponte coperto di Vallesella ed un'altra tra il ponte e la Val Talagona. Rimasero poi fino al 7 in alta Val Talagona, finchè, verso le 23, giunse l'ordine di ripiegare verso Calalzo. La notte sul 9 novembre giunsero a Longarone, dove parteciparono ai combattimenti, sfuggendo all'accerchiamento e raggiungendo Sedico e Montebelluna.