Comando 4ª Armata - Stato Maggiore

Impiego delle stazioni fotoelettriche


N° 8610 op. Ottobre 1916

OGGETTO: Impiego delle stazioni fotoelettriche

Comando I C. d'Armata

Comando IX C. d'Armata

Comando Nucleo Ferrari

V Gruppo Alpino Diramazione estesa ai Comandi di battaglione, di batteria e stazioni fotoelettriche

Allo scopo di ben precisare i compiti delle stazioni fotoelettriche e disciplinarne l'impiego in relazione alle disposizioni emanate dal Comando Supremo - circ. 24 aprile num. 4091 - si prescrive quanto segue: Il materiale fotoelettrico assegnato all'Armata, sia esso servito da personale di artiglieria o del genio, viene messo alla dipendenza tattica dei Comandi di Corpo d'Armata, del Nucleo Ferrari e del V Gruppo Alpino, i quali, a seconda degli scopi che si prefiggono, destineranno quante stazioni debbano essere assegnate all'artiglieria e quante alla fanteria. Designeranno un ufficiale (unico per ogni comando suaccennato) che abbia la direzione tecnica del funzionamento, rifornimento e riparazione del materiale. La designazione delle stazioni, prescindendo dal personale che le serve, sarà fatta in modo da addivenire a quella giudiziosa distribuzione del materiale, raccomandata dal Comando Supremo con circolare 10453 del 6 settembre u.s. Al Comando del Genio d'Armata dovrà essere segnalato dai diversi Comandi accennati il fabbisogno di stazioni fotoelettriche occorrenti per ultimare la completa sistemazione e dovrà pure essere segnalata ogni eventuale esuberanza di mezzi. Vi deve essere netta distinzione fra funzionamento tecnico ed impiego delle stazioni fotoelettriche; del funzionamento tecnico è incaricato il personale della stazione, dell'impiego il comando o reparto al quale è assegnata. Gli ufficiali osservatori dovranno essere di artiglieria se la stazione fotoelettrica serve le batterie, saranno invece di fanteria se il projettore è a disposizione per l'illuminazione del terreno antistante alle difese; ciò non esclude però che uno stesso projettore possa corrispondere con più osservatori e di arma diversa, come potrà essere conveniente che lo stesso terreno possa essere illuminato da diversi projettori. Gli osservatori dovranno sempre essere discosti dalla sorgente luminosa e sistemati il più vicino possibile agli obiettivi da illuminare, tenendo presente che il collegamento fra il comandante la stazione e l'ufficiale osservatore deve essere sistemato colla massima cura e dovrà funzionare ininterrottamente. Uguale continuo collegamento dovrà naturalmente esistere fra osservatore e comando dal quale il projettore dipende. La scelta delle postazioni dei vari projettori deve essere di assoluta spettanza dei comandanti delle stazioni fotoelettriche in base agli scopi da raggiungersi indicati dai comandanti tattici o dai comandanti i nuclei di artiglieria; questi indicheranno il terreno da illuminare ed il settore su cui dovrà avere azione il projettore; ma la scelta della postazione sarà di spettanza del comandante la stazione essendo sua la responsabilità che tutto il terreno ed i probabili bersagli per la nostra artiglieria indicatigli possano essere rischiarati. La ricognizione del terreno per la scelta delle posizioni deve essere compiuta con molta cura, tenendo presente la necessità di installare il projettore in punti con ampio campo di vista e discosti dalle batterie e dagli osservatorii, collocando preferibilmente le stazioni sui fianchi delle posizioni occupate per potere, col fascio luminoso, prendere d'infilata i trinceramenti nemici. Con opportuno collegamento e sempre seguendo ordini e direttive dei comandi dai quali dipendono, le stazioni devono cercare di completarsi reciprocamente e di eliminare le zone d'ombra, per quanto lo comportano la configurazione e le accidentalità del terreno, tenendo presente la convenienza di preparare due o tre postazioni per ogni projettore, collegate da camminamenti coperti. Riconosciuta ormai per esperienza l'inopportunità di sistemare piccoli projettori nelle trincee di fanteria, questa, per l'illuminazione del terreno immediatamente antistante alle proprie linee avanzate, farà uso dei razzi illuminanti a paracadute, di racchette e di segnali d'allarme, riservando l'uso dei projettori per l'illuminazione di zone più estese, più lontane, per neutralizzare l'azione dei projettori e razzi nemici, per impedire o sorprendere movimenti nemici nelle loro posizioni, ecc. ecc. Alla presente circolare sono annesse le norme fondamentali sull'impiego dei projettori e sull'uso dei razzi illuminanti.
IL TENENTE GENERALE
COMANDANTE DELL'ARMATA
ROBILANT

Allegato N.1.
NORME ELEMENTARI SULL'IMPIEGO DEI PROIETTORI
FUNZIONAMENTO
II projettore è un mezzo a disposizione dell'osservatore; una perfetta intesa fra l'osservatore e l'incaricato della manovra del projettore permetterà di raggiungere il massimo rendimento dalla stazione fotoelettrica. Poiché è dimostrato che chi si trova vicino alla sorgente luminosa non può vedere il terreno rischiarato, l'osservatore dovrà essere collocato lontano dal projettore e nella vicinanza dell'obiettivo da illuminare; sarà collegato telefonicamente con l'incaricato della manovra del projettore. L'osservatore deve impiegare il projettore con i seguenti criterii:
1) - fare spostare il fascio assai lentamente nella zona assegnatagli per la osservazione, avendo cura di scrutare bene il terreno illuminato;
2) - fare occultare la loro luce ad intervalli di tempo disuguali per sorprendere l'avversario nel momento in cui profittando dell'oscurità, prosegue nei lavori o compie movimenti;
3) - evitare di tenere costantemente il fascio puntato su un unico punto, anche se trattasi di un passaggio obbligato, perché il nemico eviterà sempre di transitare nella zona che sa essere illuminata con continuità e sceglierà altra via; si potrà far ciò quando si tratti di accecare un projettore nemico o un suo osservatore, od in certe posizioni speciali;
4) - i passaggi obbligati vanno illuminati ad intermittenza e di sorpresa;
5) - in caso di offensiva nostra, dirigere il fascio sulle trincee avversarie o sugli osservatori nemici per abbagliarli in modo da impedire loro di scorgere i movimenti delle nostre truppe;
6) - in caso di attacco nemico concentrare l'azione di più proiettori nella zona di attacco, evitando di illuminare il terreno immediatamente antistante alle nostre posizioni;
7) - in caso di nebbia, pioggia, neve, il projettore non deve essere impiegato per nulla perché il fascio non riuscirebbe a penetrare la cortina che lo separa dagli obiettivi; e se questi poi sono molto vicini, la luce diffusa che emana dalla nebbia, pioggia o neve, illuminata, servirebbe assai bene agli scopi del nemico perché solo le nostre posizioni sarebbero rischiarate;
8) - in generale è inutile l'impiego del projettore nelle notti di plenilunio a meno che non si intenda di rischiarare zone in ombra perfetta, nel qual caso il funzionamento del projettore dovrà aver luogo sempre ad intermittenza occultando la luce per periodi di tempo disuguali;
9) - qualora projettori avversari dirigessero il loro fascio sui nostri, continuare il funzionamento, perché l'osservatore, essendo lontano, non rimane per nulla disturbato;
10)- scoperto un bersaglio, tenervi puntato contro il fascio e l'osservatore informi il comandante dal quale dipende;
11)- individuando dalla vampa batterie avversarie farvi dirigere il fascio del projettore per conoscere bene se trattasi di posizioni note o no, nel qual caso l'osservatore ne determinerà la posizione informando immediatamente il comando da cui dipende;
12) - quando l'artiglieria avversaria apre il fuoco sulle nostre stazioni, il comandante della stazione occulterà per un istante il fascio per impedire che il nemico osservi il tiro sulla stazione stessa. L'osservatore di artiglieria, se avrà individuati i pezzi che hanno aperto il fuoco li indicherà perché possano immediatamente essere controbattuti;
13) - il projettore non riceve indicazioni e richieste che dagli osservatori ai quali è addetto;
14) - l'osservatore addetto al servizio antiaereo farà accendere i proiettori soltanto quando percepirà distintamente il rombo caratteristico dei motori d'aviazione.

Allegato N.2.
NORME GENERALI D'IMPIEGO DEGLI ARMI DA GUERRA PER RISCHIARARE
Appartengono a questa categoria i seguenti artifizi: razzi a paracadute, racchette illuminanti, segnali luminosi d'allarme.
I. RAZZI A PARACADUTE.
Razzo
Schema di un Razzo per Segnalazione
Constano di una canna (a) e di un calice (b) con guarnizione interna. Alla canna si lega un governale (c) che serve a guidare il razzo nel suo movimento. La guarnizione è trattenuta nel calice da un cappelletto a cono (d). La canna contiene nell'interno la carica, è separata superiormente dal calice da uno strato d'argilla forato. Inferiormente alla canna è collocata una scatola che contiene uno stoppino della lunghezza di circa un metro. Il calice contiene una guarnizione, costituita da un paracadute di percalle bianco, alla cui estremità è sospeso, con catenella, una scatola di latta contenente un bengala che brucia in 50" circa. Quando il razzo raggiunge il vertice della traiettoria, esplode ed espelle il paracadute dal calice incendiando il bengala. La distanza di visione del bengala raggiunge i 2000 metri. Impiego - I razzi si lanciano servendosi di apposito palo ferrato, o in mancanza di questo, di un travicello di conveniente lunghezza. Il palo porta superiormente una forchetta di ferro ed a metà lunghezza un tassello biforcuto che serve a guidare il governale. Esso si conficca nel terreno inclinandolo leggermente verso la direzione del tiro, con la faccia portante la forchetta ed il tassello rivolta in alto. Il governale si unisce al razzo, in modo che la parte a guscio si trovi in corrispondenza della striscia bianca esistente nella canna del razzo e la sua estremità superiore arrivi sotto la fasciatura di unione del calice alla canna del razzo. Il governale si assicura poi al razzo con due fasciature di spago straforzinato da mm. 2 fatte attorno alle apposite tacche praticate nella sua parte superiore. Prima di adattare il razzo al palo, si toglie la striscia di percalle che rinforza l'unione del cappelletto al calice, avvertendo, di non strappare i frastagli di carta che trattengono il cappelletto sul calice stesso; indi si strappa il fondo della scatola svolgendo per tutta la loro lunghezza gli stoppini. Si adatta quindi il razzo munito del governale nel tassello biforcuto appoggiando la parte inferiore della canna nella forchetta; si comunica il fuoco agli stoppini mediante una miccia applicata alle estremità di un bastone qualunque. L'individuo incaricato di tale operazione deve avere l'avvertenza di allontanarsene rapidamente non appena gli stoppini incomincino a bruciare. Le vedette intensificheranno la vigilanza non appena avvertano la partenza del razzo.
II. RACCHETTE ILLUMINANTI - MODELLO POMA -
È costituita da un tubo di cartone-cuoio della lunghezza di circa cm. 33, del diametro di circa cm. 4 e munita di una cerchiatura pure di cartone-cuoio nella sua parte superiore. Nella metà inferiore contiene l'innesco e la miscela illuminante. Funzionamento - Lacerare e togliere la carta che racchiude la racchetta alle due estremità, impugnare fortemente la racchetta sotto la cerchiatura e dirigerla verso il luogo da illuminare dandole un'inclinazione di circa 45° . Dare uno strappo brusco alla cordicella con anello che si trova fissata posteriormente. Le racchette devono essere conservate in luogo asciutto. Verranno impiegate da apposito personale nei posti avanzati distribuite convenientemente secondo le norme che impartiranno volta per volta i Comandanti delle truppe.
III. SEGNALE LUMINOSO D'ALLARME.
È costituito da un cilindro paraffinato, a chiusura ermetica, contenente una miccia illuminante. L'accensione di questo segnale di allarme si ottiene mediante la semplice trazione di una funicella paraffinata che trovasi applicata ad una estremità del segnale, sotto ad un disco di cartone che può essere tolto dopo di aver strappato la fettuccia bianca che sporge lateralmente. Impiego - Questo tipo di segnale d'allarme è destinato ad effettuare lo sbarramento luminoso della fronte. Su di una estensione di una cinquantina di metri circa viene tesa una funicella all'altezza di una trentina di centimetri dal suolo per mezzo di picchetti di legno. Alla distanza di circa 10 metri l'una dall'altra, vengono annodate, in direzione normale a questa funicella le cordicelle di 4 o 5 segnali d'allarme che alla loro volta vengono fissati al suolo mediante forcelle di ferro. I segnali d'allarme devono venire applicati in modo da trovarsi dalla parte stessa dalla quale si presume possa venire l'attacco nemico. Quando qualcuno, non prevenuto dell'esistenza delle linee di sbarramento, cammini contro di esse e v'incespichi, determina l'accensione dei segnali, svelando così la propria presenza. Sarà opportuno disporre alla distanza di due o tre metri l'una dall'altra due o tre di queste linee di sbarramento.