Nazione Antonini Silvio

Grado Sottotenente

Mostrina  8° Bersaglieri
Ritratto

Nato il 10 maggio 1888 a Lonigo (VI)

Morto il 19 novembre del 1969 a Roma

Decorazioni

Decorazione Medaglia d'Argento

Avanzava animosamente, guidando il plotone, contro trinceramenti nemici, sotto il fuoco intenso di fucileria e mitragliatrici, e benché ferito gravemente, continuava a prendere parte al combattimento, dando ai suoi dipendenti bell'esempio di valore e forza d'animo.
Monte Cavallino, 18 luglio 1915

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Prima della guerra

All'ombra della Villa palladiana dei Pisani, Luigia Biasi svolge la sua missione di maestra comunale mentre suo marito, Domenico Antonini, porta avanti l'azienda agricola che era già stata di suo padre. Non più giovane, all'età di quarantadue anni, Domenico aspetta la nascita di suo figlio e il 10 maggio dell'anno 1888 sua moglie, presente in classe fino all'ultimo momento, si fa accompagnare a casa per mettere felicemente al mondo il bambino tanto atteso. Nel Santuario di Santa Maria dei Miracoli lo battezzano con i nomi di Silvio ed Evaristo e lo crescono amorosamente lasciandolo scorrazzare tra vigne e campi contornati dalle numerose piante di gelso che, a quei tempi, sono particolarmente apprezzate per l'allevamento dei bachi da seta: una grande risorsa per quelle terre non sempre generose.
All'età di vent'anni Silvio realizza la sua aspirazione d'intraprendere la carriera militare e tra il 1908 e l'anno seguente, frequenta il corso di allievo ufficiale presso il 4° reggimento Bersaglieri. Col grado di sottotenente, destinato per il servizio di prima nomina al 10° reggimento, passa successivamente all'8° col quale, tra il novembre del 1911 ed il maggio successivo è in Cirenaica, coinvolto dagli avvenimenti della guerra italo-turca.

La Grande Guerra

Alla vigilia della Grande Guerra, il sottotenente Antonini lasciata la sede di Verona col V battaglione, raggiunge in treno Tai di Cadore per proseguire a piedi verso Santo Stefano. Affiancando le azioni della Basilicata, prende quindi parte all'attacco della Forcella di Monte Cavallino dove viene ferito meritando una Medaglia d'Argento al Valore. Ricoverato all'ospedale da campo di Santo Stefano di Cadore, passa successivamente agli ospedali di Novara ed a quello di Verona, venendo dimesso il 22 agosto onorato dalla promozione al grado di tenente. Rientrato al suo battaglione in Val Marzon, nei pressi di Auronzo, partecipa ai pattugliamenti in zona Lavaredo ed a Forcella Cengia fino al mese di ottobre quando, alla stazione di Feltre, raggiunge il XLI° battaglione del 19° reggimento Bersaglieri al quale è stato nel frattempo trasferito.

Il fronte dell'Isonzo

Raggiunto il fronte carsico nel settore Nova-Vas, si mette in evidenza per coraggio e sagacia ottenendo, l'8 giugno del 1916, le stellette da capitano.
Nel corso della IX battaglia dell'Isonzo, durante un assalto a Quota 208, la collina fortificata posta tra il Vallone di Gorizia e quello di Doberdò-Brestovizza, il capitano Antonini viene premiato con una seconda Medaglia d'Argento in quanto: "Essendo stato colpito a morte il maggiore, durante l'assalto di una trincea nemica, assumeva il comando del battaglione e riordinate le compagnie, per due volte le conduceva con mirabile slancio all'attacco. Rimasto senza rincalzi, evitava un aggiramento ripiegando ordinatamente, e manteneva il possesso di un camminamento, resistendovi nella notte ai ripetuti contrattacchi e all'intenso tiro dell'artiglieria avversaria. Carso, 1° novembre 1916."
Alternando i turni in linea con meritati periodi di riposo al Vallone Boneti, il capitano Antonini si trasferisce poi con la sua compagnia alle cave di Selz per eseguire lavori di rafforzamento.
Nel giugno del 1917 è destinato a Brescia dove frequenta un corso di specializzazione per mitraglieri, superato il quale, nel luglio successivo viene assegnato al comando della 633ª compagnia mitragliatrici alle dipendenze tattiche della Brigata di fanteria Aosta schierata tra la Valsugana e l'altopiano di Asiago.

Il Grappa

Dopo gli avvenimenti di Caporetto, l'8 novembre anche la compagnia mitragliatrici del capitano Antonini ripiega verso il Monte Grappa. Partecipa alla tenace resistenza per arginare l'avanzata austro-tedesca schierandosi sulla linea Col Caprile - Col della Berretta - Col Bonato, sulle pendici occidentali che si affacciano sulla Valle del Brenta. Il 26 novembre la lotta per il possesso di Col della Berretta è in pieno svolgimento; il nemico, col continuo affluire di rinforzi, sfonda le difese italiane che, partendo al contrattacco, riescono a contenere gli avversari fino all'arrivo delle truppe di rincalzo. In questa azione il V battaglione della brigata Aosta viene praticamente annientato. Il valore dei fanti è riconosciuto dallo stesso avversario e nel diario di guerra della XIV armata germanica si legge che: "Alle 4 del pomeriggio reparti della divisione Edelweis occupano il Col della Berretta, ma non riescono, in seguito a contrattacchi del nemico, a mantenere il successo".
Sempre con la brigata Aosta, nel dicembre dello stesso anno anche i mitraglieri del capitano Antonini passano alle dipendenze tattiche della 50ª Divisione di Fanteria. Ai primi di giugno del 1918 sono a Biadene di Montebelluna e poco più tardi vengono chiamati all'azione sul Montello, nei pressi del paese di Volpago. Nel combattimento del 16 giugno in capitano Antonini è proposto per una terza medaglia d'Argento, ma gli sarà concessa solo quella di Bronzo: "Comandante di una compagnia mitragliatrici, con generoso slancio accorse col proprio reparto ad arginare l'avanzata irrompente del nemico. Incalzato da vicino, resistette valorosamente, finché non ricevette l'ordine di ripiegare. Bello esempio di calma e di coraggio. Bosco Montello, 16 giugno 1918".

Il dopoguerra

Al termine della guerra il capitano Antonini ritorna in famiglia, a Lonigo, ed all'età di 42 anni, il 12 maggio del 1930, sposa Maria Pierina Maretici con la quale trascorre il resto della vita sino all'età di 81 anni quando, a Roma, viene a mancare il 19 novembre del 1969.

(Si ringrazia per la gentile e solerte collaborazione il Servizio Demografico del Comune di Lonigo che ha fornito utili informazioni per la stesura di questa breve biografia).