Nazione Nosari Adone

Grado Tenente

Mostrina  62ª cp. Zappatori / 1° Genio

Ritratto

Nato il 3 settembre 1875 a Tabellano di Suzzara (MN)

Morto a Mendoza (ARG) nel 1957

Decorazioni

Decorazione Medaglia di Bronzo

Volontario di guerra, seppe sempre distinguersi per perizia tecnica, attività, sereno coraggio ed abnegazione sia nell’occupazione di ben munite posizioni nemiche, sia nel compimento di urgenti ed importanti lavori in prima linea, sotto l’infuriare del fuoco avversario di fucileria e mitragliatrici.
Cima Lana – Dente del Sief, marzo 1916 – marzo 1917

Note biografiche (Archivio Danilo Morell)

Adone nasce a Tabellano di Suzzara il 3 settembre 1875 da Rainero e Carolina Ermelinda Bini ma vivrà con la famiglia a Gonzaga fino al principio del secolo. Fin da subito si intuisce la sua grande passione per la letteratura e la scrittura che lo porteranno a diventare ben presto un noto scrittore e pubblicista. Molte le tecniche di scrittura adottate da Adone. Il suo romanzo d’esordio fu “La fine di un sogno” pubblicato a Mantova nel 1901 per poi passare alla scrittura di novelle con la pubblicazione di “Scialletto nero” nel 1903 e alla poesia dialettale con “Il canzoniere Mantovano” stampato nel 1906 e molto apprezzato dal Pascoli. Pregevole narratore che ha affrontato anche il tema del romanzo storico con “Elena Tindaride o la guerra di Troia” che vinse un premio all’Accademia d’Italia.
Appassionato agitatore anarco-socialista passò poi alla fase interventista che lo porterà a partire volontario per il fronte della prima guerra mondiale. Arruolato quale ufficiale nel 1° Reggimento Genio zappatori raggiungerà il fronte del Col di Lana nel marzo del 1916 inquadrato nella 62ª compagnia dove si meriterà una medaglia di bronzo al valor militare. Così scrive Aldo Barbaro: “In questa sterminata galleria sono anche ospitati i soldati della 62ª compagnia zappatori, che dopo il brillamento della mina e la conquista del Montucolo austriaco hanno dato il cambio all’8ª. La comanda il capitano Arturo Solimene ed ha un gruppetto di baldi ufficiali tra cui il simpaticissimo scrittore e giornalista Adone Nosari che ha il grado di tenente, i tenenti Raffaele Passaretti, Carlo Alfonso Todini, Luigi Filippini, Giuseppe Bodini e l’aspirante Giulio Spadaccini. Questo reparto che è giunto in zona di operazioni alla fine dello scorso marzo, la notte del brillamento della mina era stato trasferito di rincalzo sulle pendici del Col di Lana; nei giorni precedenti aveva compiuto opere di fortificazione lungo il Davedino ed ora i suoi soldati sono sparpagliati tra il Montucolo ed il Sief ove hanno compiuto la sistemazione delle posizioni conquistate negli ultimi tempi, comprese quelle ex austriache di Cima Lana ...” [L. Viazzi, "Col di Lana, monte di fuoco"].
Terminata la grande guerra scriverà “Teo, il romanzo del Col di Lana” in cui narrò la sua esperienza di guerra sotto forma di romanzo. Opera che fu pubblicata nel 1919 ed il cui ricavato sarebbe stato devoluto per la raccolta fondi per la realizzazione del Sacrario Militare di Pian di Salesei.
Adone sperimentò altre tecniche di scrittura come il racconto realista, l’affresco di costume anche in forma epistolare, il romanzo d’avventura, il genere giallo e quello fantapolitico fino ad arrivare al suo capolavoro, il romanzo corale scritto nel 1926, “Gran Mondo”, ambientato a Gonzaga nel 1870 fino alla fine del secolo. Altra passione di Adone era quella per il giornalismo. Dapprima sui fogli socialisti e poi fu redattore per la “Tribuna”, “L’Idea Nazionale” ed il “Giornale d’Italia”. Collaborò anche con l’“Illustrazione Italiana” e fu inviato speciale che seguì la prima trasvolata atlantica di Italo Balbo. Aderì al fascismo ed all’opzione monarchica dopo la caduta del regime. Giornalista e romanziere di fama in vita che rappresenta un caso tipico e non infrequente di oblio assoluto, dopo la morte, nel panorama della nostra storia letteraria. Adone si spense a Mendoza, in Argentina, nel 1957.