Nazione Zanalda Guido

Grado Sottotenente

Mostrina  54° Brigata Umbria

Ritratto

Nato il 12 aprile 1894 a Varzo (NO)

Morto per una scheggia di shrapnell il 3 agosto 1915 in Val Popena

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Prima della Guerra

Guido-Carlo Zanalda nasce il 12 aprile 1894 da Cesare e Carolina Gentinetta. Varzo, il suo paese natale, è una località della Val Divedro, allora in provincia di Novara (oggi nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola), posta sulla strada che conduce al passo del Sempione. Dopo le scuole elementari, Guido completa gli studi a Torino dove si diploma ragioniere. Spinto da amor patrio, nel 1914 frequenta il corso per allievi ufficiali di complemento ottenendo, in pochi mesi, la nomina a sottotenente. Destinato alla 4ª/54° reggimento di fanteria, brigata Umbria, ancor prima della dichiarazione di guerra, parte dalla sede di Ivrea per raggiungere il confine in occupazione avanzata nell'alta Val Boite, tra San Vito di Cadore e Cortina d'Ampezzo.

La Grande Guerra

All'inizio del conflitto, il suo plotone viene impiegato in azioni di guerriglia e di ricognizione lungo la Strada di Alemagna ed il 28 luglio si trasferisce, col resto della Brigata, nel settore dell'Ansiei dove il reggimento va ad occupare una posizione d'avamposto in Val Popena, lungo la strada che da Misurina porta verso Ponte Paludetto, ai piedi del Monte Piana. Ai primi di agosto il generale Fioretta ordina che: "... il 54° spinga sottili reparti lungo le pendici occidentali di Monte Piana, formati di elementi scelti, con speciale equipaggiamento, per infiltrarsi ed aggirare le posizioni nemiche". Si tratta di operazioni alle quali sono chiamate pattuglie di arditi ed anche il plotone del sottotenente Zanalda, assieme ad un'altra pattuglia comandata dal sergente Efisio Lupo, si spinge avanti, nel fitto del bosco, nel tentativo di conquistare un avamposto. Durante l'azione Zanalda viene investito dalle schegge di uno shrapnel scoppiato poco lontano da lui e colpito gravemente alla testa muore in pochi minuti (viene sepolto alla destra del torrente Boite). L'azione prosegue guidata dal caporalmaggiore Valentino Solari, ma anch'egli cade centrato da un colpo di fucile. Rimasto solo, il sergente Lupo unisce i resti del reparto ai suoi fanti conducendoli al combattimento, ma poco dopo viene egli stesso colpito a morte. Nei giorni successivi gli austriaci contrattaccheranno nel tentativo di riconquistare i due blokhaus conquistati dagli italiani ma saranno respinti dai fanti della 9ª, 11ª e 12ª compagnia.
Nel 1924 la salma venne riesumata e portata nell’Oratorio di S. Rocco a Varzo dove venne allestita la camera ardente. Il parroco di Varzo, Don Luigi Pellanda, celebrò i funerali e successivamente Giulio venne sepolto nel cimitero comunale di Varzo dove ancor oggi riposa.
(Si ringrazia il Comune di Varzo per la gentile collaborazione)