I primi attacchi italiani

Giugno 1915

Per le prime settimane, i reparti italiani di prima linea mandarono in avanscoperta solo pattuglie: una di queste trovò sopra Salesei dei civili che vivevano alla macchia e li costrinsero a seguirli al Comando, nella speranza di avere informazioni sulle truppe austriache in zona. Attorno a Pieve si verificarono degli scontri a fuoco con gli austriaci che però si mantennero sempre sulla difensiva. Solo una pattuglia del presidio di Buchenstein (ten. Zeyer del III Landesschützen) attacca di sorpresa l'abitato di Caprile piazzando due mitragliatrici in località Belvedere e ne scaccia due reparti di bersaglieri. Da parte italiana si provvede all'occupazione indolore del Monte Porè e dell'Averau; più dispendiosa è invece l'occupazione del Passo Padon. Un attacco austriaco contro Salesei porta alla cattura di 20 alpini.
L'8 giugno cadono i primi colpi di cannone italiani sulle posizioni austriache del Col di Lana, colpi sparati dal Monte Padòn e dal Col Torond. Il comando austriaco decide dunque di rinforzare la guarnigione del Col di Lana, per cui 2 plotoni della 4ª/II Jäger vengono spediti alla Infanteriestellung (o Panettone, secondo la toponomastica italiana): il presidio al comando del ten. Helferich si sistemò con 3 doppi posti di guardia di giorno e 5 di notte. Il giorno seguente, due compagnie del XX Bersaglieri tentano un attacco contro l'avamposto di Agai, ma vengono nettamente respinti dalle mitragliatrici. Il 18 giugno la 7ª/59° Calabria (dell'allora capitano Mezzetti) raggiunge il villaggio di Digonera ed occupa le trincee del fondo della Val Cordevole.
"Trincee veramente non ne troviamo o quasi. I quattro plotoni si distendono sulla destra del Cordevole, tra il fiume e il monte, su una linea di circa 1800 metri. Mi sembrano troppi, per la mia forza. [...] Non ho alcun ordine. Penso che la mia funzione sia quella di sbarrare il fondovalle, mi tiro pertanto indietro e mi appoggio con la destra al fiume e con la sinistra ad un dirupo glabro e scoperto che forma come un altissimo gradino al fianco della montagna. [...] Il nostro fronte si è ridotto così a poco più di 500 metri e lavoriamo di lena a costruirci le trincee secondo un tracciato del quale alcune abbattute, piccole zone di filo spinato girato attorno a quei magnifici paletti che sono gli abeti, qualche grosso macigno formano tratti passivi assai ben battuti, che collegano robusti capisaldi. Qualche vedetta appostata sugli alberi completa il sistema. Al termine dei lavori saranno sufficienti due plotoni per tenere la linea [...]"

Reticolati
Reticolati stesi dal 60° Calabria (Arch. Morell)

Per tutto il resto del mese di giugno si registrano solo scontri tra pattuglie: il più significativo è quello del 23, durante il quale 6 jäger ed 8 standschützen al comando del s.ten. Vollmer catturano 23 soldati italiani.
Dal 20 giugno tutto il II Jäger viene assegnato al sottosettore 9a. L'organizzazione del battaglione era la seguente:
 - Comandante: magg. Hugo Bauernshmitt (aiutante, s.ten. Otto Schröeder)
 - 1ª cp.: ten. Karl Ritter von Hock
 - 2ª cp.: cap. Chirstof Walther
 - 3ª cp.: cap. Albert Kroen
 - 4ª cp.: s.ten. Otto Schneider
 - cp. mitragliatrici: ten. Marquart Bauch
 - 6ª cp. ciclisti: cap. Friderich Scholz
 - 7ª cp.: ten. Franz Vogt
L'artiglieria del sottosettore 9a era costituita da:
Gruppo d'artiglieria Cherz (cap. Mohr):
 4 cannoni da 80 della 4° Batteria tirolese,
 4 obici da campagna tedeschi della Batteria 1/204,
 4 cannoni da campagna tedeschi della 2/203,
 2 obici tedeschi da 150 della 102,
 4 cannoni da 120 della Batteria Corte
Gruppo d'artiglieria Sief (ten. Prokop):
 4 obici da campagna tedeschi della Batteria Alpenrose 2/204,
 2 obici corazzati da 100
 2 cannoni da 120 della Batteria Landro
Gruppo d'artiglieria Valparola:
 2 cannoni da montagna tedeschi da 70 della 7/II,
 4 cannoni moderni da 80 della 6/40,
 1 cannone moderno da 80 sul Settsass,
 2 cannoni da 90,
 4 obici da campagna tedeschi della 3/187,
 2 cannoni da 80 in dotazione al forte Tre Sassi,
 2 mortai da 240 della 1/10b
Per il trasporto di queste artiglierie venne realizzata in soli 4 giorni una strada che venne chiamata Jägerweg (= Sentiero dei cacciatori) per ordine del col. von Sparber, comandante del Sottosettore 9. La strada collegava Corvara con l'Alpenrose. Il 15 giugno veniva inaugurata dal traino degli obici da 204; era comunque battuta dall'artiglieria italiana del Col Toront ed illuminata dal proiettore di Cima Migogn. In totale l'artiglieria austro-tedesca poteva disporre di 41 pezzi (entrati in piena efficienza in modo graduale), cui si contrapponevano 50 pezzi italiani, dei quali 18 pesanti. Lo schieramento italiano (IX Corpo d'Armata) disponeva infatti di:
- 4 batterie da montagna (gruppi Torino, Susa e Como);
- 24 batterie da campagna (1°, 13° e 33° reggimento);
- 2 batterie di obici pesanti campali da 149;
- 1 batteria di cannoni da 149A;
- 1 batteria di mortai da 210;
- 1 batteria di obici da 210.
La sproporzione in termini quantitativi veniva compensata dal fatto che le artiglierie italiane erano per la maggior parte di tipo antiquato (in ghisa con cariche di polvere nera) per cui ottennero risultati molto scarsi se rapportati al numero di colpi sparati (si ricordi che per danneggiare il Forte Tre Sassi ci vollero ben 76 colpi).

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