Attacco italiano al Roncion di Castello

9 luglio 1915

Il 9 luglio l'attacco riprende su tre colonne:
- CENTRO: 2 battaglioni del 59° Calabria più una compagnia di riserva ed un battaglione del Genio. Risalendo il Costone Castello la colonna deve puntare alla vetta del Col di Lana
- DESTRA: la brigata Torino deve puntare alla Sella del Sief
- SINISTRA: un battaglione del 52° Alpi partito da Agai punta alla cima
Ancora più a sinistra reparti di bersaglieri dovevano proteggere il fianco delle truppe attaccanti. Una batteria da montagna (postata presso Pian di Migogn) doveva appoggiare l'avanzata del 59°. A tal proposito, racconta il Mezzetti: "Noi ufficiali non conoscevamo lo scopo di quell'attacco, nè avemmo qualche cenno sul nemico e sulle sue difese che stavamo per affrontare. Nella notte ebbi l'ordine di raggiungere il comando dei due battaglioni del reggimento designati per l'attacco e fui preavvisato che con la mia compagnia avrei dovuto precedere quei due battaglioni attraverso il bosco di Franza per snidare i 'cecchini'. Erano circa le 2 del mattino: piovigginava. [...] Raggiunto indisturbato il margine superiore del bosco, distesi su amplissima fronte la compagnia e, retrocedendo, iniziammo la caccia. Giungendo dall'alto ed alle loro spalle ci fu possibile sorprenderne cinque, fra i quali uno vestito da donna. [...] L'avanzata da Franza, verso quella che fu più tardi la "Ridotta La Marmora" (q. 2200) procedette regolare e senza incidenti. Nelle trincee di Col di Lana nessuno si faceva vivo."
Verso le 11 viene occupato il cocuzzolo orientale (detto "Roncion") del Costone Castello ed il reggimento riceve le congratulazione del gen. Segato che stava osservando l'azione dal Nuvolau. "Ad un tratto sentimmo l'acuto sibilo e lo scoppio secco di granate che passavano, alte, sul nostro capo. [...] sul ciglio del pianoro apparvero gruppi di nostri soldati agitanti le braccia e, subito, scrosciarono mitragliatrici, sibilarono nugoli di pallottole, foglie e rametti stroncati caddero su di noi. Dietro quei primi gruppi di soldati un'ondata proruppe [...]"
Gli italiani furono costretti ad abbandonare il pianoro lasciando sul campo 3 morti ed 87 feriti. Nella stessa giornata su entrambi i lati del costone si ebbero altri due vani tentativi di attacco italiani. Il primo contro la Selletta del Sasso di Stria, dove il Val Chisone con l'appoggio di una batteria da montagna e dell'81° fanteria che doveva attaccare il trincerone Vonbank. Ma la fanteria venne respinta dalla 2ª/165° Landstürm (ten. Hopperger) e gli alpini furono costretti a ripiegare sulle posizioni di partenza (Monte Porè). Sul Costone di Agai il XX/3° bersaglieri attaccò le posizioni di Ciadinei difese da tre plotoni di jäger bavaresi, 130 territoriali e 2 mitragliatrici. Le trincee sembravano sgombre e l'attacco (scaglionato in profondità a causa della conformazione del terreno) fu affidato alla 6ª compagnia che però venne accolta dal fuoco dei fucili e delle mitragliatrici. Quei bersaglieri che riuscirono a passare la zona battuta vennero catturati, mentre il resto della compagnia si ritirò con un bilancio di 80 perdite tra morti e feriti. Altre 2 compagnie tentarono l'attacco nel pomeriggio ma senza esito.

Averau
L'osservatorio italiano: l'Averau (Arch. Morell)

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