L'epilogo

Il 46° Fanteria (brigata Reggio) in ritirata dal Col di Lana, il 9 novembre si trovava ancora a Zoldo; di qui partì poco prima delle 12 ma mentre discendeva la riva di Igne si trovò davanti gli austriaci e tutto il reggimento venne catturato.
La colonna Marocco soffrì ulteriori difficoltà e perdite: nel fonogramma delle 21 del 10 novembre al gen. Piacentini informava della distruzione del 23° Fanteria (brigata Como) e dell'8° Bersaglieri sul fronte tra Puos e Farra d'Alpago.
La situazione delle retroguardie era addirittura disperata; circondate e senza contatti col Comando, non erano più in grado di garantire la protezione richiesta alla ritirata del I Corpo d'Armata. Il comando della Fortezza Cadore - Maè era già a Feltre, ma risultavano completamente isolati il XLIV Bersaglieri, il Val Piave ed il Belluno sulla sinistra del Cordevole. Nel pomeriggio del 10 novembre giungevano notizie di altri reparti della colonna Nassi che erano riusciti a liberarsi della pressione nemica a Longarone. Il comando della colonna Marocco la mattina del 12 novembre si trasferiva a Valstagna e stilava i primi bilanci: le perdite ammontavano a circa il 60% degli effettivi. Una grave perdita era rappresentata anche dal fatto che in mano austriaca era caduta anche una copia del cosiddetto "Cifrario Z" che era stato assegnato alla 4ª Armata. Nonostante tutti questi impedimenti, la ritirata dell'Armata si poteva dire ultimata, e già il giorno 9 la linea del Piave si poteva considerare presidiata da forze adeguate.