Albricci Alberico
Colonnello
Brigata Basilicata
Nato il 6 dicembre 1864 a Gallarate (MI)
Morto il 2 aprile 1936 a Roma
Note biografiche (da Wikipedia)
Intrapresa la carriera militare fin da giovane, divenne sottotenente di artiglieria nel 1886 e
tenente nel 1888, grado con il quale partecipò alla guerra di Abissinia. Venne quindi promosso
capitano nel 1897, maggiore nel 1907 e tenente colonnello nel 1912. Nel 1908, al comando di un
battaglione, aveva prestato opera di soccorso in occasione del terremoto calabro-siculo; nel 1910
era stato nominato aiutante di campo onorario del re Vittorio Emanuele III, che il 28 aprile 1913,
gli conferì il titolo di conte.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, Albricci, che dal 1909 faceva parte del comando del
Corpo di stato maggiore dell'esercito, diresse fino al 1916 l'Ufficio situazione e operazioni di
guerra, presso il Comando supremo. Dopo aver retto per un breve periodo il comando della Brigata
Basilicata venne nominato, nel marzo dello stesso anno, capo di stato maggiore della 1ª Armata,
contribuendo al successo difensivo durante l'attacco austriaco nella battaglia degli Altipiani,
dove guadagna la Croce di ufficiale dell'Ordine militare di Savoia. Nel 1917 venne messo al comando
della 5ª Divisione di fanteria sul fronte dell'Adamello, con l'obiettivo di conquistare il Corno
di Cavento. Successivamente venne promosso comandante del II Corpo d'armata nella 5ª Armata di
riserva, che successivamente passò alle dipendenze della 2ª Armata sul fronte isontino. Nei giorni
di Caporetto l'armata fu investita dall'offensiva austro-tedesca ed il II Corpo costretto a
ripiegare dal Monte Santo al Montello, cercando di rallentare l'avanzata delle truppe
austro-tedesche e attestandosi oltre il Piave. Nell'occasione Albricci venne decorato con la
medaglia d'argento al valor militare.
Dopo lo sfondamento di Caporetto, si andò delineando la necessità tra i comandi italiani di
"restituire il favore" agli alleati, che durante le settimane critiche di assestamento e resistenza
lungo le rive del Piave, fornirono alle forze italiane cospicui rinforzi in truppe e artiglierie.
Nel marzo 1918 venne quindi deciso dall'alto comando di inviare sul fronte occidentale un
contingente di spedizione interamente italiano, e la scelta cadde sul II Corpo di Albricci, composto
dalla 3ª e dall'8ª Divisione, comandate rispettivamente dai generali Vittorio Pittaluga e Giovanni
Beruto, due squadroni di cavalleggeri di Lodi e dal 2º Reparto Arditi del maggiore Guasco, per un
totale di oltre 25.000 uomini. Il 18 aprile iniziarono quindi le complesse operazioni di trasporto
dell'unità, che si conclusero con l'arrivo in Francia degli ultimi reparti il 27 aprile 1918.
Finita la guerra, su suggerimento del comandante in capo dell'esercito Armando Diaz, Albricci fu
nominato da Francesco Saverio Nitti (al suo primo incarico di Presidente del Consiglio), Ministro
della guerra, incarico che mantenne dal 24 giugno 1919 al 13 marzo 1920. Nel luglio 1919 fu nominato
Senatore del Regno. Collaborò in quella che fu chiamata la "smobilitazione del paese", inviando in
congedo circa 60.000 ufficiali (oltre la metà di quelli allora in servizio) e prendendo parte alla
compilazione del decreto relativo alla cosiddetta amnistia ai disertori, che egli volle, in accordo
con Diaz, più morbida rispetto a quanto proposto dal Ministro della Giustizia. Albricci inoltre
propose e fece approvare (con Regio decreto-legge del 21 nov. 1919) un nuovo ordinamento
dell'esercito, con il quale, attraverso la diminuzione della forza bilanciata e la riduzione della
ferma, si mirava a raggiungere un soddisfacente grado di snellimento nell'organizzazione e nei
servizi. Questo ordinamento, però, non ebbe attuazione completa e, a pochi mesi di distanza dalla
sua approvazione, fu sostituito dall'ordinamento che prende il nome dal ministro Ivanoe Bonomi.
A seguito di ciò Albricci si dimise nel 1920 dall'incarico di ministro ritirandosi a vita privata,
durante la quale raggiunse, sempre durante la sua permanenza nelle forze armate, il grado di
comandante designato d'armata nel 1927. Nel 1932, collocato in ausiliaria per età, fu nominato
ministro di stato e, nel 1934, membro del consiglio dell'Ordine militare di Savoia. Morì a Roma
il 2 aprile 1936.
Alberico Albricci (fonte internet)
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Nato il 6 dicembre 1864 a Gallarate (MI)
Morto il 2 aprile 1936 a Roma
Note biografiche (da Wikipedia)
Intrapresa la carriera militare fin da giovane, divenne sottotenente di artiglieria nel 1886 e
tenente nel 1888, grado con il quale partecipò alla guerra di Abissinia. Venne quindi promosso
capitano nel 1897, maggiore nel 1907 e tenente colonnello nel 1912. Nel 1908, al comando di un
battaglione, aveva prestato opera di soccorso in occasione del terremoto calabro-siculo; nel 1910
era stato nominato aiutante di campo onorario del re Vittorio Emanuele III, che il 28 aprile 1913,
gli conferì il titolo di conte.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, Albricci, che dal 1909 faceva parte del comando del
Corpo di stato maggiore dell'esercito, diresse fino al 1916 l'Ufficio situazione e operazioni di
guerra, presso il Comando supremo. Dopo aver retto per un breve periodo il comando della Brigata
Basilicata venne nominato, nel marzo dello stesso anno, capo di stato maggiore della 1ª Armata,
contribuendo al successo difensivo durante l'attacco austriaco nella battaglia degli Altipiani,
dove guadagna la Croce di ufficiale dell'Ordine militare di Savoia. Nel 1917 venne messo al comando
della 5ª Divisione di fanteria sul fronte dell'Adamello, con l'obiettivo di conquistare il Corno
di Cavento. Successivamente venne promosso comandante del II Corpo d'armata nella 5ª Armata di
riserva, che successivamente passò alle dipendenze della 2ª Armata sul fronte isontino. Nei giorni
di Caporetto l'armata fu investita dall'offensiva austro-tedesca ed il II Corpo costretto a
ripiegare dal Monte Santo al Montello, cercando di rallentare l'avanzata delle truppe
austro-tedesche e attestandosi oltre il Piave. Nell'occasione Albricci venne decorato con la
medaglia d'argento al valor militare.
Dopo lo sfondamento di Caporetto, si andò delineando la necessità tra i comandi italiani di
"restituire il favore" agli alleati, che durante le settimane critiche di assestamento e resistenza
lungo le rive del Piave, fornirono alle forze italiane cospicui rinforzi in truppe e artiglierie.
Nel marzo 1918 venne quindi deciso dall'alto comando di inviare sul fronte occidentale un
contingente di spedizione interamente italiano, e la scelta cadde sul II Corpo di Albricci, composto
dalla 3ª e dall'8ª Divisione, comandate rispettivamente dai generali Vittorio Pittaluga e Giovanni
Beruto, due squadroni di cavalleggeri di Lodi e dal 2º Reparto Arditi del maggiore Guasco, per un
totale di oltre 25.000 uomini. Il 18 aprile iniziarono quindi le complesse operazioni di trasporto
dell'unità, che si conclusero con l'arrivo in Francia degli ultimi reparti il 27 aprile 1918.
Finita la guerra, su suggerimento del comandante in capo dell'esercito Armando Diaz, Albricci fu
nominato da Francesco Saverio Nitti (al suo primo incarico di Presidente del Consiglio), Ministro
della guerra, incarico che mantenne dal 24 giugno 1919 al 13 marzo 1920. Nel luglio 1919 fu nominato
Senatore del Regno. Collaborò in quella che fu chiamata la "smobilitazione del paese", inviando in
congedo circa 60.000 ufficiali (oltre la metà di quelli allora in servizio) e prendendo parte alla
compilazione del decreto relativo alla cosiddetta amnistia ai disertori, che egli volle, in accordo
con Diaz, più morbida rispetto a quanto proposto dal Ministro della Giustizia. Albricci inoltre
propose e fece approvare (con Regio decreto-legge del 21 nov. 1919) un nuovo ordinamento
dell'esercito, con il quale, attraverso la diminuzione della forza bilanciata e la riduzione della
ferma, si mirava a raggiungere un soddisfacente grado di snellimento nell'organizzazione e nei
servizi. Questo ordinamento, però, non ebbe attuazione completa e, a pochi mesi di distanza dalla
sua approvazione, fu sostituito dall'ordinamento che prende il nome dal ministro Ivanoe Bonomi.
A seguito di ciò Albricci si dimise nel 1920 dall'incarico di ministro ritirandosi a vita privata,
durante la quale raggiunse, sempre durante la sua permanenza nelle forze armate, il grado di
comandante designato d'armata nel 1927. Nel 1932, collocato in ausiliaria per età, fu nominato
ministro di stato e, nel 1934, membro del consiglio dell'Ordine militare di Savoia. Morì a Roma
il 2 aprile 1936.
Alberico Albricci (fonte internet)