Nazione Caetani Gelasio

Grado Tenente

Mostrina  8ª / 1° Genio Zappatori

Ritratto

Nato il 7 marzo 1877 a Roma

Morto per malattia il 23 ottobre 1934 a Roma

Decorazioni

Decorazione Medaglia d'Argento

Sotto intenso fuoco di fucileria e di artiglieria, incitando, con la sua parola e con l'esempio, i suoi dipendenti, diresse ed eseguì egli stesso i lavori di rafforzamento di un'importante posizione strappata al nemico.
Col di Lana, 26 ottobre 1915

Decorazione Ordine Militare di Savoia

Calcolava con rara perizia il progetto di importanti lavori di mina, sotto le posizioni nemiche di Cima Lana, lo eseguiva con esemplare coraggio e costante, diuturna abnegazione, sfidando disagi e pericoli di ogni sorta, dirigendo personalmente i lavori, fino a raggiungere con felice brillamento della triplice mina, la completa distruzione della posizione nemica.
Col di Lana, 17 aprile 1916

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Nasce a Roma il 7 marzo del 1877 dove muore il 23 ottobre del 1934. Il giovane patrizio (Nobile dei Duchi di Sermoneta, Nobile Romano, Patrizio Napoletano, Nobile di Velletri) nasce da una delle più antiche famiglie d'Italia. Suo padre è il principe Onorato, che era stato nel 1896 Ministro degli Esteri nel secondo governo del marchese Antonio di Rudinì, nonché 16° sindaco di Roma e Presidente della Società Geografica Italiana dal 1879 al 1887. Era inoltre nipote di Michelangelo Caetani (1804-1882), noto dantista e Governatore di Roma nel 1870, allorché, con plebiscito, la Città Eterna aveva aderito al Regno d'Italia; suo fratello era il noto orientalista Leone Caetani. Nel 1867 Onorato sposa Ada Costanza Bootle Wilbraham, stimata alpinista, prima donna a scalare la Cima Piccola di Lavaredo nel 1882. Nonostante le sue nobili origini, Gelasio Caetani non vorrà mai avvalersi del proprio grado sociale. Gelasio studiò presso assieme al fratello Leone presso il Liceo classico Ennio Quirino Visconti e nel 1901 si laureò in ingegneria presso l'Università di Roma a San Pietro in Vincoli conseguendo la specializzazione in ingegneria mineraria.Si afferma fortemente negli Stati Uniti, ove inizia la sua esperienza come semplice operaio nel 1906 in un fabbrica metallurgica del Missouri: in pochi anni conquista, soltanto grazie alla sua professionalità, una posizione di prim'ordine. All’annuncio dell'intervento italiano nella prima guerra mondiale torna in Patria per arruolarsi volontario. Reclutato col grado di sottotenente del Genio (8ª compagnia, 1° reggimento zappatori) è l’ideatore dell’epica mina del Col di Lana, uno fra gli episodi più notevoli della guerra 15-18. La croce dell'Ordine Militare di Savoia e tre medaglie d'argento stanno a significare il valore da lui dimostrato durante gli eventi bellici. Congedatosi dopo la vittoria, Gelasio si occupa della bonifica dei suoi possedimenti nell'Agro Pontino, operazione che tecnicamente varrà da esempio e da modello anche per i successivi interventi di risanamento di quelle zone intrapresi dal regime fascista. Si dedica inoltre a studi e ricerche sulla storia della sua millenaria casata, con l'esplorazione e la pubblicazione sistematica dell’archivio della Domus Caietana, traendone alcuni volumi di particolare importanza. Nel maggio 1921 viene nominato Senatore della XXVI Legislatura e successivamente, dal 22 dicembre 1922 al 7 febbraio 1925, assume la carica di Ambasciatore a Washington, accreditato dal repubblicano Warren G. Harding, 29° Presidente degli USA dal 1921 al 1923. Tornato in Italia si dedica nuovamente all'agricoltura e agli studi, trovando nuova passione nel dedicarsi anche alla scultura. Dal 14 luglio del 1929 è socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei. Muore a Roma il 23 ottobre del 1934. Una vita piena la sua, da gran signore, ma anche da gran lavoratore, che gli valse l’attribuzione di ben quattro lauree "ad honorem". Il 3 dicembre del 1934 viene commemorato al Senato dal presidente Luigi Federzoni:
PRESIDENTE. "[...] Sorte simile, in età egualmente lontana dalla vecchiezza, ha tolto alla nostra affettuosa aspettazione un altro uomo di elevato prestigio morale e politico, egli pure da pochi mesi appartenente al Senato: Gelasio Caetani, la personalità del quale aveva come principale carattere una felice versatilità congiunta a una cultura straordinariamente estesa, ma sorretta dalla disposizione ad applicarsi con pari serietà a studi e attività di ordine diversissimo: l'ingegneria e la diplomazia, l'agricoltura e la storia, la politica e la cultura; e in ciascuna di queste manifestazioni del suo spirito Gelasio Caetani fu qualcuno e fece qualche cosa che merita e meriterà di non essere dimenticata. Il giovine patrizio nato da una delle più antiche e nobili famiglie d'Italia non aveva voluto dover nulla al proprio grado sociale. Laureatosi ingegnere a San Pietro in Vincoli, si era specializzato nella tecnica mineraria, affermandosi poderosamente negli Stati Uniti, ove aveva voluto cominciare la sua esperienza come semplice operaio: in pochi anni vi aveva conquistato, col suo lavoro professionale, una posizione di prim'ordine. Aveva abbandonato questa, al preannunzio dell'intervento dell'Italia nella guerra europea: era tornato per arruolarsi volontario, ed era stato un prode fra i prodi. L'epica mina del Col di Lana rimarrà memoranda fra gli episodi più splendidi della guerra. La croce dell'Ordine Militare di Savoia e tre medaglie d'argento al valore erano state alto riconoscimento dell'eroismo di lui. Congedatosi dopo la vittoria, Gelasio Caetani si era dedicato alla bonifica dei suoi tenimenti nell'Agro Pontino, ardita impresa per la quale egli aveva precorso con l'opera e col sacrificio personale quella che è stata poi, su vastissima scala, la prova più grandiosa del rinnovamento fascista. In pari tempi aveva affrontato con le ricerche suggeritegli dal restauro della rocca avita di Sermoneta, la ricostruzione documentata della storia della sua millenaria casata, mediante l'esplorazione e la pubblicazione sistematica del prezioso archivio della Domus Caietana: e ne aveva tratto alcuni volumi di particolarissima importanza. Ma l'appello di un imperativo dovere lo aveva presto tolto alle care fatiche della terra e degli studi. Nazionalista fra i più consapevoli e animosi, aveva dovuto accettare, a malgrado di ogni sua vecchia ritrosia, di scendere nella lotta come uno dei candidati per Roma, nelle elezioni generali politiche del 1921; e col suo nome, con la sua combattività, con l'efficacia limpida e diritta della sua parola aveva notevolmente cooperato alla vittoria sulle avverse forze del demagogismo socialista, popolare e massonico. Alla Camera, in quei torbidi anni di lotta senza quartiere contro l'intrigo parlamentare e la sopraffazione sediziosa, aveva messo la sua magnifica tempra di polemista e la sua varia competenza al servizio di quella che era già la causa del Fascismo. Dopo la marcia su Roma era stato mandato dal Duce Ambasciatore a Washington, ove era rimasto cinque anni, veramente degno e idoneo a rappresentare colà la nuova Italia sorta dalla guerra e dalla rivoluzione. In questi ultimi anni, reduce fra noi, si era ridato fervidamente alle predilette imprese degli studi e dell'agricoltura, trovando quasi un nuovo riposo dello spirito nel coltivare anche con gusto e finezza singolari la scultura. Una vita così piena, un'obbedienza così costante e generosa agli ideali supremi hanno fatto di Gelasio Caetani, di questo gran signore e gran lavoratore, un tipo compiuto di italiano impareggiabile e di perfetto fascista. Siamo certi che la Patria ne ricorderà il nome e l'esempio."
MUSSOLINI, Capo del Governo, Primo Ministro. "Domando di parlare."
PRESIDENTE. "Ne ha facoltà."
MUSSOLINI, Capo del Governo, Primo Ministro. "Il Governo si associa alle parole commosse pronunciate dal Presidente di questa Assemblea. Desidero rivolgere un particolare tributo alla memoria dei senatori Gelasio Caetani, [...]. Essi hanno servito fedelmente lo Stato".