 Colle Fioravante
 Colle Fioravante
												 Sergente (matr. 21447/77)
 Sergente (matr. 21447/77)
												
												 7° Alpini, battaglione Val Piave
 
												7° Alpini, battaglione Val Piave
												
											
											 
 
											
												
Nato il 19 agosto 1892 a Lentiai (BL)
 
												Morto su Monte Piana il 7 giugno 1915
										    
											
												
Decorazioni
												 Medaglia d'Argento
 Medaglia d'Argento
												Forte ed ardito, si slanciò, alla testa della sua squadra, contro nemico superiore di numero. 
												Ferito una prima volta, volle ancora combattere, finché una nuova ferita fermò il suo ardimento.
												Monte Piana, 7 giugno 1915
											
											Note biografiche (Archivio Franco Licini)
											
												
Prima della guerra
												A Ronchena di Lentiai, non distante dalle rive del Piave e ai piedi del Monte Crep, Gio Maria 
												(sic!) Colle coltiva qualche campo di patate e di granturco, mentre sua moglie, Filomena Vadagnin, 
												bada alle bestie, all'orto e ai suoi animali da cortile. Vita morigerata la loro, ma non povera: 
												la legna non manca ed il mangiare neppure; e qualcosa avanza anche per portarlo al mercato di 
												Feltre dove, in aggiunta, riescono a tirar su qualche soldo in contanti da spendere a bottega. 
												Il 19 agosto dell'anno 1892, Filomena, aiutata dalla levatrice, mette al mondo Fioravante, un bel 
												bambino sano e forte che, al momento giusto, potrà dare una mano a suo padre. Prima, però, bisogna 
												farlo studiare, per fargli prendere almeno la licenza di 5ª elementare, e così lo mandano alla 
												scuola di Lentiai, avanti e indietro tutti i giorni, che tanto, sono solo poco più di due 
												chilometri. Il figliolo cresce e diventa pure bello alto: un metro e settantaquattro è di statura 
												quando lo chiamano militare, e così lo fanno di I categoria! Di professione, Fioravante fa il 
												bracciante ma sa anche leggere e scrivere, ed al battaglione Feltre, il 30 settembre del 1913, gli 
												danno il grado di caporale ed un anno dopo, verso la fine della naja, lo fanno caporal maggiore.
												Purtroppo i tempi sono quel che sono ed invece di mandarlo a casa, gli fanno sapere che ai sensi 
												di un certo articolo di un tal Regio Decreto uscito il 18 dicembre di quell'anno, lo trattengono 
												alle armi. "Con tutto quello che c'è da fare a casa" pensa lui! Feltre non è distante, ma così 
												Fioravante può aiutare suo padre solo durante la licenza e poi, addirittura, dicono che da un 
												momento all'altro l'Italia potrebbe far guerra all'Austria! Tanto vale adattarsi, e così, quando 
												glielo propongono, firma un foglio col quale, assieme al grado di sergente, accetta una ferma di 
												tre anni, compresi però quelli che ha già fatto.
												
												La Grande Guerra
												E così, il sergente Colle Fioravante, assegnato ora alla 268ª compagnia del battaglione Val Piave, 
												verso la fine di maggio del 1915 saluta i suoi alla stazione di Busche e prende il treno per 
												Calalzo. Alla caserma di Pieve, infilata sul cappello la nappina color sangue, si unisce ad altri 
												commilitoni ed in camion, passando per Auronzo, raggiunge Misurina.
												Al principio delle ostilità, il giorno dopo la dichiarazione di guerra, con la sua compagnia 
												anche il sergente Colle sale verso le Tre Cime di Lavaredo ed a mezzanotte arriva a Forcella 
												Longeres da dove vien fatto proseguire per i Piani di Cengia. Il 29 maggio, di notte e sotto una 
												fastidiosa pioggerella, gli alpini sono poi richiamati a Misurina e per quattro giorni vengono 
												impiegati per l'appostamento di pezzi d'artiglieria. Qualche proiettile austriaco arriva ogni tanto 
												fin sulla conca: alcuni colpi finiscono direttamente nel lago ma un giorno, disgraziatamente, una 
												granata scoppia nei pressi di un accantonamento del 56° Fanteria Marche e ferisce alcuni uomini.
												La giornata di giovedì 3 giugno scorre tranquilla; il tempo si è rimesso al bello e lo spettacolo 
												offerto delle cime dolomitiche fa dimenticare per un po' di essere in guerra. Verso sera arriva 
												l'ordine per la 268ª compagnia di salire al Monte Piana per dare il cambio a quelli della 96ª. Gli 
												alpini van su per la mulattiera e, giunti in prossimità del pianoro, si dispongono nei baraccamenti 
												e prendono possesso delle trincee e degli avamposti. Durante questi movimenti, purtroppo, uno di 
												loro muore precipitando da un burrone, ed è il primo della compagnia a mancare, e proprio per una 
												disgraziata distrazione che probabilmente poteva essere evitata.
												
												La morte
												Prima dell'alba, il 7 di giugno, sul Monte Piana si scatena un violento cannoneggiamento che fa 
												presagire un imminente attacco da parte degli austriaci. La nebbia e la pioggia insistente 
												impediscono una chiara visione di ciò che sta per accadere; comunque, verso le cinque e un quarto, 
												da Forcella Longeres, l'artiglieria italiana prende di mira i Landesschützen e gli Standschützen, 
												prima dalle parti del Vallone del Castrati, poi sulla sommità del Monte Piana. A dispetto della 
												neve, che lassù è ancora presente, e nonostante i colpi di cannone, gli austriaci riescono ad 
												avanzare; gli alpini sono in allarme, ma le sagome dei nemici si profilano d'improvviso, ormai 
												vicinissime, davanti a loro. Gli avamposti fronteggiano come possono gli assalitori, ma sono 
												battuti anche dal tiro di una mitragliatrice. Gli alpini scattano allora al contrattacco: con i 
												loro plotoni si lanciano all'assalto il tenente De Pluri ed 
												il tenente De Toni e assieme a quelli c'è anche la squadra del 
												sergente Colle che, ferito una prima volta, continua imperterrito ad avanzare in testa ai suoi 
												uomini finché un altro colpo, questa volta mortale, lo raggiunge. Sono in molti quel giorno 
												a cadere sul Monte Piana: italiani ed austriaci, e ad alcuni di loro non sarà neppure possibile 
												dare degna sepoltura. Il corpo di Fioravante, ventitreenne sergente della 268ª compagnia alpina, 
												sarà ritrovato il 13 ottobre dai fanti del 53° reggimento Umbria mentre stanno restaurando i 
												reticolati davanti alle trincee occidentali del Monte Piana. Vicino a lui, sepolto anch'egli a 
												fior di terra, viene ritrovato anche il corpo di Giuseppe Santini, soldato della stessa compagnia. 
												Nel foglio matricolare del sergente Colle verrà comunque annotato: "Disperso nel fatto d'armi di 
												Monte Piana, li 7 giugno 1915".
												Qualche mese più tardi gli sarà concessa la Medaglia d'argento al valore militare. Gli verranno 
												poi concesse la Medaglia a ricordo della Guerra 1915-18 (1 luglio 1924) e la Medaglia a ricordo 
												della Guerra Europea 1915-18 (24 ottobre 1927), ed il suo nome sarà scolpito sulla lapide che 
												ricorda i «Figli di Ronchena caduti nella Grande Guerra».
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 7° Alpini, battaglione Val Piave
 
												7° Alpini, battaglione Val Piave
												
											
											 
 
											
Nato il 19 agosto 1892 a Lentiai (BL)
Morto su Monte Piana il 7 giugno 1915
Decorazioni
 Medaglia d'Argento
 Medaglia d'Argento
												Forte ed ardito, si slanciò, alla testa della sua squadra, contro nemico superiore di numero. 
												Ferito una prima volta, volle ancora combattere, finché una nuova ferita fermò il suo ardimento.Monte Piana, 7 giugno 1915
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Prima della guerra
A Ronchena di Lentiai, non distante dalle rive del Piave e ai piedi del Monte Crep, Gio Maria (sic!) Colle coltiva qualche campo di patate e di granturco, mentre sua moglie, Filomena Vadagnin, bada alle bestie, all'orto e ai suoi animali da cortile. Vita morigerata la loro, ma non povera: la legna non manca ed il mangiare neppure; e qualcosa avanza anche per portarlo al mercato di Feltre dove, in aggiunta, riescono a tirar su qualche soldo in contanti da spendere a bottega. Il 19 agosto dell'anno 1892, Filomena, aiutata dalla levatrice, mette al mondo Fioravante, un bel bambino sano e forte che, al momento giusto, potrà dare una mano a suo padre. Prima, però, bisogna farlo studiare, per fargli prendere almeno la licenza di 5ª elementare, e così lo mandano alla scuola di Lentiai, avanti e indietro tutti i giorni, che tanto, sono solo poco più di due chilometri. Il figliolo cresce e diventa pure bello alto: un metro e settantaquattro è di statura quando lo chiamano militare, e così lo fanno di I categoria! Di professione, Fioravante fa il bracciante ma sa anche leggere e scrivere, ed al battaglione Feltre, il 30 settembre del 1913, gli danno il grado di caporale ed un anno dopo, verso la fine della naja, lo fanno caporal maggiore. Purtroppo i tempi sono quel che sono ed invece di mandarlo a casa, gli fanno sapere che ai sensi di un certo articolo di un tal Regio Decreto uscito il 18 dicembre di quell'anno, lo trattengono alle armi. "Con tutto quello che c'è da fare a casa" pensa lui! Feltre non è distante, ma così Fioravante può aiutare suo padre solo durante la licenza e poi, addirittura, dicono che da un momento all'altro l'Italia potrebbe far guerra all'Austria! Tanto vale adattarsi, e così, quando glielo propongono, firma un foglio col quale, assieme al grado di sergente, accetta una ferma di tre anni, compresi però quelli che ha già fatto.La Grande Guerra
E così, il sergente Colle Fioravante, assegnato ora alla 268ª compagnia del battaglione Val Piave, verso la fine di maggio del 1915 saluta i suoi alla stazione di Busche e prende il treno per Calalzo. Alla caserma di Pieve, infilata sul cappello la nappina color sangue, si unisce ad altri commilitoni ed in camion, passando per Auronzo, raggiunge Misurina.Al principio delle ostilità, il giorno dopo la dichiarazione di guerra, con la sua compagnia anche il sergente Colle sale verso le Tre Cime di Lavaredo ed a mezzanotte arriva a Forcella Longeres da dove vien fatto proseguire per i Piani di Cengia. Il 29 maggio, di notte e sotto una fastidiosa pioggerella, gli alpini sono poi richiamati a Misurina e per quattro giorni vengono impiegati per l'appostamento di pezzi d'artiglieria. Qualche proiettile austriaco arriva ogni tanto fin sulla conca: alcuni colpi finiscono direttamente nel lago ma un giorno, disgraziatamente, una granata scoppia nei pressi di un accantonamento del 56° Fanteria Marche e ferisce alcuni uomini. La giornata di giovedì 3 giugno scorre tranquilla; il tempo si è rimesso al bello e lo spettacolo offerto delle cime dolomitiche fa dimenticare per un po' di essere in guerra. Verso sera arriva l'ordine per la 268ª compagnia di salire al Monte Piana per dare il cambio a quelli della 96ª. Gli alpini van su per la mulattiera e, giunti in prossimità del pianoro, si dispongono nei baraccamenti e prendono possesso delle trincee e degli avamposti. Durante questi movimenti, purtroppo, uno di loro muore precipitando da un burrone, ed è il primo della compagnia a mancare, e proprio per una disgraziata distrazione che probabilmente poteva essere evitata.
La morte
Prima dell'alba, il 7 di giugno, sul Monte Piana si scatena un violento cannoneggiamento che fa presagire un imminente attacco da parte degli austriaci. La nebbia e la pioggia insistente impediscono una chiara visione di ciò che sta per accadere; comunque, verso le cinque e un quarto, da Forcella Longeres, l'artiglieria italiana prende di mira i Landesschützen e gli Standschützen, prima dalle parti del Vallone del Castrati, poi sulla sommità del Monte Piana. A dispetto della neve, che lassù è ancora presente, e nonostante i colpi di cannone, gli austriaci riescono ad avanzare; gli alpini sono in allarme, ma le sagome dei nemici si profilano d'improvviso, ormai vicinissime, davanti a loro. Gli avamposti fronteggiano come possono gli assalitori, ma sono battuti anche dal tiro di una mitragliatrice. Gli alpini scattano allora al contrattacco: con i loro plotoni si lanciano all'assalto il tenente De Pluri ed il tenente De Toni e assieme a quelli c'è anche la squadra del sergente Colle che, ferito una prima volta, continua imperterrito ad avanzare in testa ai suoi uomini finché un altro colpo, questa volta mortale, lo raggiunge. Sono in molti quel giorno a cadere sul Monte Piana: italiani ed austriaci, e ad alcuni di loro non sarà neppure possibile dare degna sepoltura. Il corpo di Fioravante, ventitreenne sergente della 268ª compagnia alpina, sarà ritrovato il 13 ottobre dai fanti del 53° reggimento Umbria mentre stanno restaurando i reticolati davanti alle trincee occidentali del Monte Piana. Vicino a lui, sepolto anch'egli a fior di terra, viene ritrovato anche il corpo di Giuseppe Santini, soldato della stessa compagnia. Nel foglio matricolare del sergente Colle verrà comunque annotato: "Disperso nel fatto d'armi di Monte Piana, li 7 giugno 1915".Qualche mese più tardi gli sarà concessa la Medaglia d'argento al valore militare. Gli verranno poi concesse la Medaglia a ricordo della Guerra 1915-18 (1 luglio 1924) e la Medaglia a ricordo della Guerra Europea 1915-18 (24 ottobre 1927), ed il suo nome sarà scolpito sulla lapide che ricorda i «Figli di Ronchena caduti nella Grande Guerra».
 
											
										
								
							
						
					
				
			
			
				
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