 Langes Gunther
 Langes Gunther
												 Leutnant
 Leutnant
												
												
												8° Gebirgs Artillerie Regiment
												
											
											 
											
												
Nato il 6 marzo 1899 a Fiera di Primiero (TN)
												Morto il 14 aprile 1972 a Bolzano
										    
											
												
												
												
												
											
											Note biografiche (fonte Wikipedia)
											
												A 13 anni, con Carlo Zagone portò a termine la scalata del crinale nord della cima Rosetta. 
												Quattro anni dopo fu il primo ad avventurarsi sulla parete nord della Marmolada (Roda de Mulon).
												Poco più che adolescente, nella prima prima guerra mondiale si arruolò volontario nei Kaiserjäger, 
												il reggimento tirolese dei cacciatori imperiali austriaci, impegnato sul fronte italiano. Con i 
												gradi di sottotenente fu destinato all'ottavo reggimento di artiglieria da montagna, dove combatté 
												sulla Marmolada, sul monte Grappa, sulle Alpi Carniche e sull'Altopiano dei Sette Comuni. 
												Insignito della Karl-Truppenkreuz, per i suoi atti di valore, fu decorato con due medaglie 
												d'argento ed una medaglia di bronzo.
												A 23 anni, quando Benito Mussolini prese il potere in Italia, come la maggioranza dei sudtirolesi 
												visse con profondo disagio il processo di italianizzazione che il duce del fascismo avviò quasi 
												subito in quell'angolo del paese di lingua e cultura tedesca. Trasferitosi a Monaco di Baviera, 
												conseguì il dottorato in diritto germanico presso la locale università. Nel frattempo, diede inizio 
												ad una collaborazione con il Münchner Neuesten Nachrichten, uno dei maggiori quotidiani della 
												Baviera, che dal 1933 entrò nell'orbita dei giornali nazisti, dopo l'arresto e il licenziamento di 
												gran parte dei redattori. In linea con i rigidi dettami del regime nazista in materia di 
												informazione e di critica, ebbe anche a collaborare con il prestigioso settimanale di satira 
												politica Simplicissimus, che prima dell'avvento al potere di Adolf Hitler era stata una vera e 
												propria palestra di scrittura e di confronto per numerosi intellettuali e artisti tedeschi e 
												stranieri. Tra questi, Hermann Hesse, Thomas Mann, Gustav Meyrink, Ludwig Thoma, Jakob Wassermann, 
												Frank Wedekind, George Grosz e Olaf Gulbransson. Successivamente, fu assunto al Berliner Tagblatt, 
												una tra le più diffuse e autorevoli testate quotidiane tedesche prima che il nazionalsocialismo ne 
												decapitasse i vertici, ritenuti troppo critici nei confronti del regime. Intanto, nel 1933, aveva 
												dato alle stampe "Die Front in Fels und Eis. Der Weltkrieg 1915-1918 im Hochgebirge" (Monaco di 
												Baviera, Bruckmann), il suo primo e più famoso libro, nel quale racconta la sua esperienza di 
												soldato e di profondo conoscitore della montagna.
												
												Allo scoppio della seconda guerra mondiale, come molti quarantenni tedeschi e austriaci venne 
												richiamato alle armi, per prestare servizio nella milizia territoriale della Wehrmacht. Dal 
												settembre del 1943, anno della sua nascita, e sino all'agosto del 1944, ricoprì la carica di 
												redattore capo del Bozner Tagblatt, l'unico quotidiano in lingua tedesca, di chiara ispirazione 
												filo-nazista, pubblicato a Bolzano fino al maggio del 1945. Nell'estate del 1943, alla caduta del 
												fascismo, divenne l'interprete di fiducia del generale Josef Dietrich e poi del comandante delle 
												SS in Italia, Karl Wolff. Gli fu affidata la delicata missione di creare un canale di comunicazione 
												tra Benito Mussolini e Clara Petacci che, dopo la liberazione dal carcere di Novara, si era 
												trasferita con la madre, il padre e la sorella a Merano. Nell'ottobre del 1943 organizzò, assieme a 
												Wolff, il primo furtivo incontro tra Mussolini e la sua amante, a Villa Feltrinelli, che da poche 
												settimane era diventata la sede della Repubblica Sociale Italiana.
												Costretto alle dimissioni dal Bozner Tagblatt, dopo essere entrato in rotta di collisione con il 
												commissario militare tedesco del Tirolo e del Vorarlberg, il potente Gauleiter Franz Hofer, chiese 
												ed ottenne di essere destinato a ruoli operativi. Dopo una breve permanenza a Berlino, presso il 
												comando dell'Ufficio centrale per la sicurezza del Reich, fu assegnato all'Adria Kommando, una 
												unità delle SS specializzata in guerra psicologica, con base a Trieste.
												Alla fine della guerra, Langes si trasferì a Siusi allo Sciliar, un paesino ai piedi dell'omonima 
												Alpe, in provincia di Bolzano. Pur conservando stretti legami con il mondo del giornalismo (nel 
												novero delle sue amicizie anche quella con Josef Rampold, dal 1981 al 1995 direttore del quotidiano 
												di lingua tedesca Dolomiten), lasciò la professione subito dopo la guerra. Continuò a coltivare la 
												sua passione per la montagna, l'alpinismo e la fotografia, competenze che gli permisero nel 1950 di 
												essere tra i consulenti del gruppo incaricato di costruire la stazione sciistica di Aspen, in 
												Colorado, in vista dei campionati mondiali di sci alpino.
												Nel 1957 convolò a nozze con Maria Vieider, la donna che per anni gli aveva fatto da assistente e 
												segretaria. Nel frattempo, incoraggiato anche dalla moglie, andò dedicando sempre maggiori energie 
												all'attività di scrittore. Il suo corpo è stato inumato nel cimitero di guerra di Bolzano.
											
										
								
							
						
					
				
			
			
				
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Nato il 6 marzo 1899 a Fiera di Primiero (TN)
Morto il 14 aprile 1972 a Bolzano
Note biografiche (fonte Wikipedia)
												A 13 anni, con Carlo Zagone portò a termine la scalata del crinale nord della cima Rosetta. 
												Quattro anni dopo fu il primo ad avventurarsi sulla parete nord della Marmolada (Roda de Mulon).
												Poco più che adolescente, nella prima prima guerra mondiale si arruolò volontario nei Kaiserjäger, 
												il reggimento tirolese dei cacciatori imperiali austriaci, impegnato sul fronte italiano. Con i 
												gradi di sottotenente fu destinato all'ottavo reggimento di artiglieria da montagna, dove combatté 
												sulla Marmolada, sul monte Grappa, sulle Alpi Carniche e sull'Altopiano dei Sette Comuni. 
												Insignito della Karl-Truppenkreuz, per i suoi atti di valore, fu decorato con due medaglie 
												d'argento ed una medaglia di bronzo.
												A 23 anni, quando Benito Mussolini prese il potere in Italia, come la maggioranza dei sudtirolesi 
												visse con profondo disagio il processo di italianizzazione che il duce del fascismo avviò quasi 
												subito in quell'angolo del paese di lingua e cultura tedesca. Trasferitosi a Monaco di Baviera, 
												conseguì il dottorato in diritto germanico presso la locale università. Nel frattempo, diede inizio 
												ad una collaborazione con il Münchner Neuesten Nachrichten, uno dei maggiori quotidiani della 
												Baviera, che dal 1933 entrò nell'orbita dei giornali nazisti, dopo l'arresto e il licenziamento di 
												gran parte dei redattori. In linea con i rigidi dettami del regime nazista in materia di 
												informazione e di critica, ebbe anche a collaborare con il prestigioso settimanale di satira 
												politica Simplicissimus, che prima dell'avvento al potere di Adolf Hitler era stata una vera e 
												propria palestra di scrittura e di confronto per numerosi intellettuali e artisti tedeschi e 
												stranieri. Tra questi, Hermann Hesse, Thomas Mann, Gustav Meyrink, Ludwig Thoma, Jakob Wassermann, 
												Frank Wedekind, George Grosz e Olaf Gulbransson. Successivamente, fu assunto al Berliner Tagblatt, 
												una tra le più diffuse e autorevoli testate quotidiane tedesche prima che il nazionalsocialismo ne 
												decapitasse i vertici, ritenuti troppo critici nei confronti del regime. Intanto, nel 1933, aveva 
												dato alle stampe "Die Front in Fels und Eis. Der Weltkrieg 1915-1918 im Hochgebirge" (Monaco di 
												Baviera, Bruckmann), il suo primo e più famoso libro, nel quale racconta la sua esperienza di 
												soldato e di profondo conoscitore della montagna.
												
												Allo scoppio della seconda guerra mondiale, come molti quarantenni tedeschi e austriaci venne 
												richiamato alle armi, per prestare servizio nella milizia territoriale della Wehrmacht. Dal 
												settembre del 1943, anno della sua nascita, e sino all'agosto del 1944, ricoprì la carica di 
												redattore capo del Bozner Tagblatt, l'unico quotidiano in lingua tedesca, di chiara ispirazione 
												filo-nazista, pubblicato a Bolzano fino al maggio del 1945. Nell'estate del 1943, alla caduta del 
												fascismo, divenne l'interprete di fiducia del generale Josef Dietrich e poi del comandante delle 
												SS in Italia, Karl Wolff. Gli fu affidata la delicata missione di creare un canale di comunicazione 
												tra Benito Mussolini e Clara Petacci che, dopo la liberazione dal carcere di Novara, si era 
												trasferita con la madre, il padre e la sorella a Merano. Nell'ottobre del 1943 organizzò, assieme a 
												Wolff, il primo furtivo incontro tra Mussolini e la sua amante, a Villa Feltrinelli, che da poche 
												settimane era diventata la sede della Repubblica Sociale Italiana.
												Costretto alle dimissioni dal Bozner Tagblatt, dopo essere entrato in rotta di collisione con il 
												commissario militare tedesco del Tirolo e del Vorarlberg, il potente Gauleiter Franz Hofer, chiese 
												ed ottenne di essere destinato a ruoli operativi. Dopo una breve permanenza a Berlino, presso il 
												comando dell'Ufficio centrale per la sicurezza del Reich, fu assegnato all'Adria Kommando, una 
												unità delle SS specializzata in guerra psicologica, con base a Trieste.
												Alla fine della guerra, Langes si trasferì a Siusi allo Sciliar, un paesino ai piedi dell'omonima 
												Alpe, in provincia di Bolzano. Pur conservando stretti legami con il mondo del giornalismo (nel 
												novero delle sue amicizie anche quella con Josef Rampold, dal 1981 al 1995 direttore del quotidiano 
												di lingua tedesca Dolomiten), lasciò la professione subito dopo la guerra. Continuò a coltivare la 
												sua passione per la montagna, l'alpinismo e la fotografia, competenze che gli permisero nel 1950 di 
												essere tra i consulenti del gruppo incaricato di costruire la stazione sciistica di Aspen, in 
												Colorado, in vista dei campionati mondiali di sci alpino.
												Nel 1957 convolò a nozze con Maria Vieider, la donna che per anni gli aveva fatto da assistente e 
												segretaria. Nel frattempo, incoraggiato anche dalla moglie, andò dedicando sempre maggiori energie 
												all'attività di scrittore. Il suo corpo è stato inumato nel cimitero di guerra di Bolzano.