 Martini Ettore
 Martini Ettore
												 Maggiore
 Maggiore
												
												 3° Alpini battaglione Val Chisone
 
												3° Alpini battaglione Val Chisone
												
											
											 
											
												
Nato il 26 settembre 1869 a Macerata Feltria (PU)
												Morto per malattia il 25 agosto 1940 a Castellina in Chianti (SI)
										    
											
												
Decorazioni
												 Medaglia di Bronzo
 Medaglia di Bronzo
												Incurante del pericolo, fu sempre di esempio ai suoi inferiori. Durante un attacco, scoperta una 
												mitragliatrice nemica che prendeva alle spalle le nostre posizioni, con coraggio e fermezza, 
												personalmente le faceva fuoco contro, determinandone la ritirata e riuscendo, così, a render vano 
												il contrattacco avversario.
												Piccolo Lagazuoi, 31 ottobre 1915
												 Medaglia d'Argento
 Medaglia d'Argento
												Con raro e continuo esempio di valore volle dividere modestamente con i suoi alpini un mese di 
												disagi, su di una posizione minacciata da mina avversaria. Ordinato l'abbandono del piccolo posto 
												cui tendeva l'insidia nemica, sino a poche ore dallo scoppio rimase ad ascoltare attraverso la 
												roccia il progresso dei lavori nemici. Brillata la poderosa mina, fulgido esempio ai suoi soldati 
												di ardimento e sprezzo della vita, primo fra i primi sotto violento tiro d'interdizione 
												accompagnato da lancio di enormi bombe ad alto esplosivo e gas asfissianti, si lanciò alla 
												riconquista della posizione abbandonata. Con chiara visione della situazione e con ferma volontà, 
												riuscì, coi suoi alpini che l'avevano seguito fiduciosi, a riorganizzare nella notte una salda 
												difesa della posizione, frustrando, col proprio valore ogni pratico risultato dei lunghi, poderosi 
												lavori compiuti dall'avversario.
												Piccolo Lagazuoi Cengia Martini, 22 maggio 1917
											
											Note biografiche (Archivio Franco Licini)
											
												
Prima della guerra
												Nasce a Macerata Feltria (PU) il 26 settembre 1869 e muore a Castellina in Chianti (SI) il 
												25 agosto del 1940.
												Nel luglio del 1889, all'età di vent'anni, si arruola volontario e viene assegnato all'11° 
												reggimento fanteria. Frequenta quindi la Scuola di Guerra a Verona. Tra il 1900 e il 1910 assume 
												incarichi particolari e riservati in Trentino dove, per conto dell'Esercito italiano, raccoglie 
												informazioni sulle attività degli Austriaci che stanno preparandosi alla guerra contro l'Italia. 
												Nel frattempo, nel 1901 sposa Virginia Purghi con la quale ha due figli. Disgraziatamente Virginia 
												muore a soli 31 anni nel 1907; la loro primogenita era già morta all'età di un anno ed il secondo 
												figlio, Luigi, verrà a mancare nel 1936 a soli 32 anni d'età.
												Martini parte volontario per la guerra di Libia come capitano del 7° alpini al comando della 67ª 
												compagnia del battaglione Pieve di Cadore. Partecipa a molte 
												operazioni agli ordini del generale Antonio Cantore che lo 
												propone per una medaglia di bronzo e una d'argento per i combattimenti sostenuti rispettivamente a 
												Sid Omar e El Karruba. 
												Al rientro in Patria assume il comando della 64ª compagnia del battaglione Feltre venendo promosso 
												al grado di maggiore. Durante un'operazione sul Monte Pavione subisce l'amputazione di un dito del 
												piede congelato.
												
												La Grande Guerra
												Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale assume il comando del battaglione Val Chisone ma essendo 
												in convalescenza prende servizio solo nell'agosto del 1915. Con il Val Chisone è artefice della 
												conquista della cengia, sul piccolo Lagazuoi, che prenderà successivamente il suo nome. Quella 
												postazione avanzata, sul fondo della Val Costeana, risulterà una vera spina sul fianco degli 
												Austriaci che la batteranno di continuo dall'alto, dal basso, di fianco e addirittura dall'interno 
												della montagna stessa con poderose mine che non varranno però alla sua conquista da parte degli 
												attaccanti. Attorno alla "Cengia Martini" la lotta infurierà per tre anni e solo la ritirata 
												italiana del novembre 1917 (dopo la "rotta di Caporetto") porrà termine alla contesa. Per le azioni 
												sul Piccolo Lagazuoi Martini si merita una medaglia di bronzo, una d'argento, una croce al merito 
												e la croce di cavaliere della Corona d'Italia.
												Il 28 giugno 1917 Martini cede il comando del Val Chisone al maggiore Baratono (?) col quale, nel mese 
												di luglio del 1917, il battaglione si trasferisce sul fronte dell'Isonzo dove partecipa all'XI 
												battaglia, quella della Bainsizza. 
												Promosso al grado di tenente colonnello Martini assume invece la direzione di vari Comandi Tappa 
												e mantiene tali incarichi fino alla fine del conflitto.
												
												Il dopoguerra
												Il 31 luglio del 1919 si congeda andando ad abitare a Siena ove diventa presidente dell'
												Associazione Reduci d'Africa e più tardi è uno tra i fondatori del locale Fascio di Combattimento.
												Nel 1932 viene promosso al grado di Generale di Brigata nella riserva. Nominato grand'ufficiale, 
												con le sue memorie sulla Prima Guerra Mondiale, acquista fama anche come scrittore. Come storico 
												produce inoltre alcuni testi sulla penetrazione romana in Alto Adige e sulle campagne di Annibale. 
												Morto dopo una lunga malattia il 25 agosto del 1940, Ettore Martini riposa nel cimitero di 
												Castellina in Chianti, vicino a Siena.
											
										
								
							
						
					
				
			
			
				
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 3° Alpini battaglione Val Chisone
 
												3° Alpini battaglione Val Chisone
												
											
											 
											
Nato il 26 settembre 1869 a Macerata Feltria (PU)
Morto per malattia il 25 agosto 1940 a Castellina in Chianti (SI)
Decorazioni
 Medaglia di Bronzo
 Medaglia di Bronzo
												Incurante del pericolo, fu sempre di esempio ai suoi inferiori. Durante un attacco, scoperta una 
												mitragliatrice nemica che prendeva alle spalle le nostre posizioni, con coraggio e fermezza, 
												personalmente le faceva fuoco contro, determinandone la ritirata e riuscendo, così, a render vano 
												il contrattacco avversario.Piccolo Lagazuoi, 31 ottobre 1915
 Medaglia d'Argento
 Medaglia d'Argento
												Con raro e continuo esempio di valore volle dividere modestamente con i suoi alpini un mese di 
												disagi, su di una posizione minacciata da mina avversaria. Ordinato l'abbandono del piccolo posto 
												cui tendeva l'insidia nemica, sino a poche ore dallo scoppio rimase ad ascoltare attraverso la 
												roccia il progresso dei lavori nemici. Brillata la poderosa mina, fulgido esempio ai suoi soldati 
												di ardimento e sprezzo della vita, primo fra i primi sotto violento tiro d'interdizione 
												accompagnato da lancio di enormi bombe ad alto esplosivo e gas asfissianti, si lanciò alla 
												riconquista della posizione abbandonata. Con chiara visione della situazione e con ferma volontà, 
												riuscì, coi suoi alpini che l'avevano seguito fiduciosi, a riorganizzare nella notte una salda 
												difesa della posizione, frustrando, col proprio valore ogni pratico risultato dei lunghi, poderosi 
												lavori compiuti dall'avversario.Piccolo Lagazuoi Cengia Martini, 22 maggio 1917
Note biografiche (Archivio Franco Licini)
Prima della guerra
Nasce a Macerata Feltria (PU) il 26 settembre 1869 e muore a Castellina in Chianti (SI) il 25 agosto del 1940.Nel luglio del 1889, all'età di vent'anni, si arruola volontario e viene assegnato all'11° reggimento fanteria. Frequenta quindi la Scuola di Guerra a Verona. Tra il 1900 e il 1910 assume incarichi particolari e riservati in Trentino dove, per conto dell'Esercito italiano, raccoglie informazioni sulle attività degli Austriaci che stanno preparandosi alla guerra contro l'Italia. Nel frattempo, nel 1901 sposa Virginia Purghi con la quale ha due figli. Disgraziatamente Virginia muore a soli 31 anni nel 1907; la loro primogenita era già morta all'età di un anno ed il secondo figlio, Luigi, verrà a mancare nel 1936 a soli 32 anni d'età.
Martini parte volontario per la guerra di Libia come capitano del 7° alpini al comando della 67ª compagnia del battaglione Pieve di Cadore. Partecipa a molte operazioni agli ordini del generale Antonio Cantore che lo propone per una medaglia di bronzo e una d'argento per i combattimenti sostenuti rispettivamente a Sid Omar e El Karruba.
Al rientro in Patria assume il comando della 64ª compagnia del battaglione Feltre venendo promosso al grado di maggiore. Durante un'operazione sul Monte Pavione subisce l'amputazione di un dito del piede congelato.
La Grande Guerra
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale assume il comando del battaglione Val Chisone ma essendo in convalescenza prende servizio solo nell'agosto del 1915. Con il Val Chisone è artefice della conquista della cengia, sul piccolo Lagazuoi, che prenderà successivamente il suo nome. Quella postazione avanzata, sul fondo della Val Costeana, risulterà una vera spina sul fianco degli Austriaci che la batteranno di continuo dall'alto, dal basso, di fianco e addirittura dall'interno della montagna stessa con poderose mine che non varranno però alla sua conquista da parte degli attaccanti. Attorno alla "Cengia Martini" la lotta infurierà per tre anni e solo la ritirata italiana del novembre 1917 (dopo la "rotta di Caporetto") porrà termine alla contesa. Per le azioni sul Piccolo Lagazuoi Martini si merita una medaglia di bronzo, una d'argento, una croce al merito e la croce di cavaliere della Corona d'Italia.Il 28 giugno 1917 Martini cede il comando del Val Chisone al maggiore Baratono (?) col quale, nel mese di luglio del 1917, il battaglione si trasferisce sul fronte dell'Isonzo dove partecipa all'XI battaglia, quella della Bainsizza.
Promosso al grado di tenente colonnello Martini assume invece la direzione di vari Comandi Tappa e mantiene tali incarichi fino alla fine del conflitto.
Il dopoguerra
Il 31 luglio del 1919 si congeda andando ad abitare a Siena ove diventa presidente dell' Associazione Reduci d'Africa e più tardi è uno tra i fondatori del locale Fascio di Combattimento. Nel 1932 viene promosso al grado di Generale di Brigata nella riserva. Nominato grand'ufficiale, con le sue memorie sulla Prima Guerra Mondiale, acquista fama anche come scrittore. Come storico produce inoltre alcuni testi sulla penetrazione romana in Alto Adige e sulle campagne di Annibale. Morto dopo una lunga malattia il 25 agosto del 1940, Ettore Martini riposa nel cimitero di Castellina in Chianti, vicino a Siena.
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