Nazione Mazza Italo Evasio

Grado Sottotenente

Mostrina  92° Brigata Basilicata

Ritratto

Nato il 26 ottobre 1890 a Solero (AL)

Morto per un colpo alla fronte il 2 agosto 1916 sulla Croda dell'Ancona

Decorazioni

Decorazione Medaglia di Bronzo

Conquistato, sotto intenso fuoco di fucileria, un punto indicatogli della dorsale montana, di sua iniziativa si slanciava animosamente, alla testa dei suoi, oltre un tratto di cresta battuto dal tiro, per partecipare all'assalto delle trincee nemiche sovrastanti. Durante l'intera azione, protrattasi per tre giorni, fra le difficoltà dell'alta montagna e l'imperversare del maltempo, guidò il proprio reparto con molta energia, perizia ed arditezza.
Pale Ciuzes, 9-11 luglio 1915 (in commutazione a Croce di Guerra)

Decorazione Medaglia di Bronzo

Funzionando da aiutante maggiore, si mise volontariamente alla testa di un plotone privo di ufficiale, e lo portò sulla linea di fuoco. Fu, anche, instancabilmente attivo e si offerse, ripetutamente e volontariamente, per assumere dirette notizie della situazione sulla linea di fuoco.
Monte Sief, 27 ottobre - 9 novembre 1915

Note biografiche (Archivio Franco Licini)

Evasio Mazza nasce a Solero, in provincia di Alessandria, il 26 ottobre del 1890, da Luigi e da Luigia Fracchia. Conseguita la licenza liceale all'Istituto "Canonica" di Carmagnola, inizia la carriera militare ad Alessandria presso il 38° fanteria della Brigata Ravenna assegnato al plotone allievi ufficiali. Promosso sottotenente di complemento viene destinato al 92° fanteria a Torino dove merita una medaglia di bronzo al valor militare perché:
"Di picchetto alla caserma, udì alcuni colpi d'arma da fuoco provenienti da uno dei piani superiori del fabbricato, si precipitava risolutamente su per le scale e i corridoi e per primo riusciva ad afferrare un soldato che colpito da alienazione mentale, sparava all'impazzata riducendolo all'impotenza con l'aiuto di altri due militari quasi contemporaneamente accorsi.
Torino 20 settembre 1914
".
Dichiarata la guerra italo-austriaca, parte con il suo reggimento per la frontiera del Cadore. Il 15 giugno è ad Auronzo e tra il 9 e l'11 luglio partecipa, da valoroso, al primo attacco al Monte Cavallino dove ha modo di meritare un encomio solenne.
Essendosi distinto per coraggio e virtù militari, è promosso sottotenente effettivo per merito di guerra. Nel mese di agosto combatte quindi per la conquista del Monte Rotheck, nell'alta Valle di Sexten, dove la bandiera del suo reggimento viene decorata con la medaglia d'argento. Il 12 ottobre, ricevuto il cambio, la brigata Basilicata passa alle dipendenze della 1ª Divisione ed anche il sottotenente Mazza si trasferisce con essa a Longarone. Dieci giorni più tardi è inviato in zona Col di Lana e, inquadrato nella 10ª compagnia del III battaglione, il 27 partecipa agli attacchi per l'occupazione delle posizioni che sovrastano il costone di Salesei, il cosiddetto "Panettone". Durante i combattimenti, che si protraggono per diversi giorni, Mazza merita la sua seconda medaglia di bronzo al valor militare. Reduce dal Col di Lana, Mazza viene destinato al vettovagliamento del suo reggimento a Cortina d'Ampezzo dove resta per sette mesi venendo nel frattempo promosso al grado di tenente. Proposto per la promozione a capitano, è destinato al comando dell'8ª compagnia e fa ritorno in linea. Dopo aver sostenuto vari combattimenti, il 2 agosto del 1916 è impiegato in un'audace ricognizione verso le postazioni nemiche sulla Croda dell'Ancona. Raggiunta quota 2050, viene, per cattiva sorte, colpito in fronte da una pallottola e muore all'istante. Il suo corpo è sepolto a Cortina d'Ampezzo con solenni funerali durante i quali il suo comandante di brigata, il maggiore generale Enrico Nassi, assieme agli ufficiali del 92° fanteria, fa porre sulla sua tomba una lapide e una colonna. Il 2 novembre del 1916, durante una solenne commemorazione in onore dei militari sepolti nel cimitero di Cortina, il generale Caputo ricorda il tenente Mazza definendolo "... lampo di giovinezza e ufficiale sublime ...".
Il suo nome è scolpito all'ingresso del cimitero di Solero, tra Alessandria ed Asti, assieme a tanti altri figli di quel paese caduti in guerra.