Nazione Scalise Nicola

Grado Soldato Portaordini

Mostrina  55° Brigata Marche

Ritratto

Nato il 26 luglio 1893 a Celico (CS)

Morto il 19 luglio 1915 sul Monte Piana

Decorazioni

Decorazione Medaglia di Bronzo

Incaricato dal suo comandante di plotone di recarsi a prendere ordini dal comandante della compagnia, attraversava, per tale scopo, una zona intensamente battuta dal fuoco nemico. Mortalmente ferito, rivolgeva nobili parole al suo comandante di plotone.
Monte Piana, 20 luglio 1915

Note biografiche (di N. Meneghetti)

"A quell'ora [le 10 di mattina, NdA] il sereno non potea essere più immacolato, la visibilità più chiara; per cui il comandante della Compagnia, vista l'impossibilità di far sfilare i suoi uomini pel sentiero che, passaggio obbligato e battutissimo, scendeva alla Forcella, chiese ed ottenne dal capitano Gregori di passar solo, per concertare col capitano Rossi il modo di condurglieli per altra via, più coperta. Levato appena il capo da dietro il sasso che lo proteggeva, una raffica di fucilate lo costrinse a ribassarlo. Fu un attimo; quanto bastò tuttavia per vedere il suo tamburino Scalise alzarsi per venir da lui ed abbattersi fulminato. Scalise era il più volenteroso dei soldati della 10ª. Aveva dovuto lasciar il tamburo a Misurina, per impugnare il moschetto e i suoi compagni lo chiamavano ancora tamburino, con lieve accenno di bonaria ironia; ma egli era fiero della sua specialità, dimessa la forma ne conservava la sostanza. Voleva essere, ed era, esemplare; e perciò segnava il passo e dava il ritmo agli altri più propriamente e meglio dei tamburini napoleonici. S'era poi creato un altro incarico speciale nella vita di trincea: quello di affacciarsi ogni notte alla buca degli ufficiali per annunciar loro il sorgere della stella del mattino. Il primo rapporto era quello di Scalise. Anche in combattimento voleva essere il primo. Il tamburino senza tamburo, visto passare il ciclista senza bicicletta [un ciclista portaordini appiedato, NdA], capì che ci doveva essere qualche ordine importante: chi poteva trattenerlo dal correr e chieder quel che dovesse fare? Solo il piombo che l'abbatté. Era balzato pieno d'anima, ricadde come un cencio."