Nazione Sterzi Giuseppe

Grado Capitano

Mostrina  Sanità Militare

Ritratto

Nato il 19 marzo 1876 a Cittadella (PD)

Morto il 17 febbraio 1919 ad Arezzo

Note biografiche (Archivio Danilo Morell e Sabina Sterzi)

Prima della guerra

Giuseppe nacque a Cittadella di Padova il 19 marzo 1876 da Paolo e Carolina Barolo. Siccome il padre era ingegnere presso le ferrovie italiane, la sua famiglia cambiò residenza per molte volte. Giuseppe studiò alle elementari di Suzzara e poi in quelle di Verona e le superiori le frequentò a Massa Carrara. Nel 1893 si immatricolò all’Università di Pisa ed il suo profitto fu così straordinario che l’ordinario di anatomia umana normale, Guglielmo Romiti, lo pregò di entrare nell’Istituto di Anatomia come studente interno, addirittura assumendolo nel 1895 come “Proassistente” e Giuseppe sviluppò la definitiva ispirazione a dedicarsi all’insegnamento di quella materia. Giuseppe si laureò in medicina e chirurgia il 12 luglio 1899 con una brillante tesi sulle meningi: “La filogenesi e l’ontogenesi delle meningi spinali”.
Collaborò direttamente con Dante Bertelli, direttore dell’Istituto di anatomia di Padova, venendo nominato aiutante e si distinse oltre che per l’entusiasmo anche per l’altissimo livello della sua produzione scientifica che lo porterà ben presto a ricevere premi e riconoscimenti prestigiosi in Italia ed all’estero.
Nel 1906 è professore incaricato di Anatomia Topografica e, nel 1910, dopo aver vinto il concorso nazionale, diventò professore di ruolo e Direttore dell’Istituto di anatomia umana dell’Università di Cagliari. Molti i meriti registrati da Giuseppe con la stesura di opere quali: “Le ricerche intorno all’anatomia comparata ed all’ontogenesi delle meningi” del 1901, “Il sistema nervoso centrale dei vertebrati” del 1907 -1909, “Anatomia del sistema nervoso centrale dell’uomo” del 1914-1915. Giuseppe era un appassionato studioso di storia della medicina e scrisse i commenti alle “Tabulae anatomicae” ed ai “Codici marciani di Fabricio di Aquapendente” del 1909, oltre a “Il merito di Botallo nella scoperta del forame ovale” ed al “Josephus Trutius lettore dello Studio di Padova” del 1910 ed anche, nello stesso anno, la completa biografia di Giulio Casseri. Giuseppe si distinse nel 1904 per un grande contributo di anatomia comparata sui vasi sanguigni, che aveva suscitato l’immediato interesse di Karl von Bardeleben, importante anatomista tedesco. Poi, con “Il tessuto sottocutaneo (tela subcutanea)” del 1910, Giuseppe aveva definito i fondamenti della struttura grassosa tegumentaria dell’intero corpo, indagando su serie di individui con stratificazioni di grande, medio e piccolo spessore. Fu quindi un precursore della moderna dermatologia e chirurgia plastica. Nel 1911, 1912 diresse anche l’Osservatorio Biologico Marino di Ponte Vittorio che gli fu assai utile per gli studi sul sistema nervoso dei pesci.

Il 23 marzo 1915, con l’approssimarsi dell’entrata in guerra dell’Italia, Giuseppe redasse il suo testamento indirizzato alla moglie Maria (che era incinta del 4° figlio) e ricordando anche i suoi maestri e collaboratori: “Essendo ormai assicurata la mia chiamata alle armi per servire la patria, è naturale che voglia disporre delle cose mie per il caso che non dovessi far ritorno tra i miei cari”. Nel giugno 1915 Giuseppe venne chiamato all’unanimità alla Cattedra di Anatomia Umana dell’Università di Messina, carica che non ricoprì mai perché si offrì volontario nell’Esercito Italiano per prestare la sua opera di soccorso.

La Grande Guerra

Partì per il fronte quale capitano medico comandante l’Ospedaletto da campo, da 200 letti, n° 225. L’Ospedaletto da lui comandato prese posizione a Longarone e venne messo alle dipendenze della 4ª Armata. Da questa località inviò una cartolina alla moglie Maria, il 18 agosto 1915: “Italia, 18 agosto 1915 Carissima Maria – Come ti ho scritto ieri, sono stato chiamato ad unanimità a Messina da oltre un mese; quindi se saranno trasferiti gli altri, lo saremo anche noi (e pare che il governo non abbia nessun interesse a vietare i trasferimenti dei Professori universitari). Riguardo al battesimo di Mario io ti consiglierei di battezzarlo subito e di far fare da padrino e da madrina ai Sig.ri Manno; se tu lo credi, scriverò io stesso al Sig. Agostino. Aspettare il mio ritorno a casa temo che voglia dire aspettare troppo; la guerra finirà chi sa mai quando! Addio, mille baci a te, ai bambini ed a mamma dal tuo aff. Bepi”.

Cartolina Cartolina La lettera citata

Dopo questa prima esperienza al fronte Giuseppe venne destinato all’Università Castrense di Padova dove organizzò parecchi corsi di anatomia e redasse anche gli “Organi dei Sensi” per l’Enciclopedia Medica Italiana. A Padova svolse un ruolo di fondamentale importanza nell’organizzazione della sanità militare durante la Grande Guerra, diventando per l’assistenza ospedaliera dei feriti sui campi di battaglia e per la didattica medica per gli aspiranti sottotenenti di sanità, una vera e propria “capitale della sanità militare”. Per quanto riguarda l’assistenza si devono ricordare gli adattamenti e le soluzioni che in pochi mesi portarono a disporre in città di circa ottomila posti letto distribuiti in una ventina di “ospedali”, da quello di Santa Giustina con una capienza di oltre mille pazienti fino alla Casa di Cura privata del Professor Yerwant Arslan che metteva generosamente a disposizione dieci letti. Per quanto riguarda la didattica vanno invece prese in considerazione le attività svolte nell’ambito dei “corsi di medicina e chirurgia per studenti militari” che, istituiti con un Decreto Luogotenenziale datato 26 novembre 1916, si svolsero tra il 3 dicembre dello stesso anno, data di inizio delle lezioni, al 15 aprile dell’anno successivo, quando terminò il conferimento delle oltre cinquecento lauree. Il cosiddetto “Battaglione Universitario” era costituito da circa 1.300 studenti, da assistenti e personale subalterno di supporto in numero sufficiente a portare a termine un simile corso intensivo accelerato e da ventiquattro ordinari equamente divisi tra “padovani” e “foresti”: qui ci limitiamo a ricordare i Senatori del Regno, Edoardo Bassini e Achille De Giovanni, entrambi già patrioti risorgimentali, ed il Preside della Facoltà medica Luigi Lucatello che, anche grazie al lavoro svolto, alla fine della guerra venne nominato Rettore.
Pur essendo Padova abituata da secoli ad ospitare studenti, questa improvvisa invasione pacifica, oltre alla requisizione di diversi edifici pubblici in qualità di camerate e alloggi per gli ufficiali, comportò la realizzazione di mense e aule capaci di accogliere fino a cinquecento allievi. La più notevole fu certamente la sala autoptica allestita dal giovane anatomista Giuseppe Sterzi nell’edificio jappelliano che all’epoca ospitava già l’Istituto Selvatico: qui gli studenti potevano esercitarsi contemporaneamente su ben ventiquattro tavoli anatomici. Nel corso della guerra Giuseppe venne promosso fino al grado di Tenente Colonnello Medico e nel 1918 venne autorizzato al congedo ma preferì rimanere nell’Esercito quale Direttore dell’Ospedale militare di Arezzo per rimanere vicino ai suoi soldati nel mentre imperversava la terribile febbre spagnola. Febbre che colpì anche Giuseppe e che dopo alterne fasi di remissioni ed aggravamenti si aggravò sempre più fino a quando si spense definitivamente il 17 febbraio 1919 nel suo Ospedale militare di Arezzo lasciando la moglie ed i quattro figli.

ritratto Giuseppe Sterzi in divisa da Tenente Colonnello