Le mine del Sief
1917
												Agli inizi del 1917 sia gli italiani che gli austriaci, visti e considerati i risultati delle 
												battaglie precedenti, rinunciarono all'impiego delle truppe in nuovi infruttuosi attacchi. 
												L'impossibilità di combattere in superficie spinse entrambi i contendenti ad intraprendere la via 
												della guerra sotterranea, rendendo così ancor più statica la guerra di trincea.
												Gli italiani speravano di raggiungere al "coperto" la cima del Sief, mentre gli austriaci volevano 
												eliminare in modo definitivo le posizioni italiane del Dente del Sief.
												
												Tra la fine di gennaio ed i primi di febbraio la 12ª compagnia minatori allestì corsi 
												d'istruzione sull'impiego degli esplosivi per circa 200 soldati delle cosiddette "Centurie 
												Lavoratori". 
												Le nuove direttive del del IX Corpo d'Armata portarono all'aumento dell'impianto di nuovi gruppi 
												per la perforazione che passarono da 6 (nell'ottobre 1916) a 52 (aprile 1917) con conseguente 
												aumento del personale tecnico. All'interno della 12ª compagnia minatori si formò il 9° plotone 
												motoristi che poi diventò il 3° plotone della 4ª compagnia perforatori.
												Agli inizi di febbraio il ten. Pasini del Genio udì il rumore di una perforatrice nei 
												pressi del posto avanzato italiano del "Roccione". Si decise per lo scavo di un pozzo di 
												contromina, che fu portato a termine in meno di un mese: alla profondità di 20 metri venne scavata 
												una caverna della capacità di 400 Kg di gelatina. Nella notte tra il 5 ed il 6 marzo 
												venne eseguito il caricamento e l'intasamento. Alle 7.10 del 6 marzo si provocò lo scoppio ma il 
												successivo tentativo di un plotone del 46° 
												Reggio di portarsi sul cratere venne fermato dagli austriaci 
												che uccisero 1 soldato e ne ferirono 12.
											
< Precedente Successivo >