Attacco austriaco a Cima Frugnoni e Vanscuro
3 Giugno 1915
L'attacco elaborato il 28 maggio viene rimandato al 3 giugno a causa del maltempo che
impedisce la vista agli osservatori di artiglieria. Nel frattempo si aggiungono altre due compagnie
ed il reparto mitragliatrici dei "Rainer" (IR 59°). L'attacco si sviluppa su due colonne:
- dalla Lesachtal l'alf. (capitano, secondo Lichem) Steiner con mezza compagnia ed una squadra di
standschützen, di notte deve risalire la Erschbaumertal, portarsi sotto Cima Vanscuro e prenderla
entro le 8 del mattino successivo
- l'altra mezza compagnia più un'altra compagnia avrebbero assalito ai fianchi Cima Frugnoni, in
precedenza battuta dall'artiglieria
Così Lichem: "La notte piena di stelle trascolora verso le prime luci dell'alba che illuminano
la cresta ricoperta di neve ... E' il giorno del Corpus Domini. Giù nella valle tutti si apprestano
a celebrare la festa religiosa; i primi rintocchi delle campane risuonano attraverso la valle.
Lassù il capitano Steiner con i suoi uomini è a 300 passi dal nemico, pronto a scattare per
l'attacco ..."
La colonna Steiner già alle 4 entra in contatto con le truppe italiane che si difendono anche con
il contributo dell'artiglieria del Col Quaternà: dalla parte degli austriaci intervengono gli obici
da campagna della Gatterspitze (a nord dell'Eisenreich) per ridurre al silenzio i pezzi italiani.
Il successivo attacco della fanteria dei "Rainer" riesce a scacciare gli italiani del 69° fanteria
(brigata Ancona) che presidivano Cima Vanscuro con le
tende poste presso Forcella Pala degli Orti. L'azione vale la medaglia d'argento al valor militare
per il diciottenne alf. Steiner. Alle 7 gli italiani ripiegano verso la cresta dei Frugnoni, dove
un plotone di alpini è nel frattempo riuscito a contenere l'attacco ed anche a proteggere la
ritirata della 8ª/69° fanteria.
L'altra colonna deve invece faticare di più e respingere anche un contrattacco degli alpini del Col Quaternà (68ª compagnia) per cui solo alle 13.30 riescono a raggiungere il loro obbiettivo. Secondo Berti un plotone di alpini di rinforzo tentò di passare il Passo Silvella (potrebbe essere il contrattacco di cui riferiscono Kübler e Reider) ma venne arrestato dall'artiglieria austriaca; verso le 11 gli alpini si ritirarono "senza lasciare nelle mani degli austriaci nemmeno un paletto da tenda".
"Sul piccolo campo di neve tra Frugnoni e Eisenreich è rimasto a terra un alpino, alto, biondo. E' un figlio d'ignoti; ha nome Gimati. Conserva anche da morto il suo abituale sorriso malinconico, bonario. Di giorno qualche compagno con ardimento e pietà risale la costa, e si attarda tentando di dare sepoltura alla salma: lo impedisce il continuo tiro nemico. La salma viene ricuperata soltanto la notte, sfigurata dalle pallottole."
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