Occupazione italiana di Cima Vallona e Col dell'Ai e contrattacco austriaco
9 e 12 Giugno 1915
All'alba del 24 maggio gli Standschützen della Lesachtal ricevono l'ordine di presidiare
il tratto di cresta di confine Cima Vallona - Palombino - Forcella Dignas; sono solo 68 uomini!
Mezzo plotone sale a presidiare le due punte di Cima Vallona, 7 uomini si dirigono verso la Croda
Nera, mentre gli altri si attestano su Forcella Dignas. Rimangono lassù per 7 giorni, fino a quando
vengono rilevati da una compagnia del 59° IR che riceve l'ordine di tenere Forcella Dignas ad ogni
costo, al fine di evitare manovre aggiranti italiane verso il Cavallino.
Gli italiani, consci dell'esiguità del presidio, decidono per un'azione di sorpresa. Il giorno
9 giugno, attorno alle 23, 2 plotoni della 29ª compagnia alpina (battaglione
Fenestrelle) salgono indisturbati a prendere
possesso del passo e di Cima Vallona e del Col dell'Ai. Un altro plotone si spinge fino al
Cavallino e lo trova libero.
La reazione austriaca si verifica il 10 giugno (l'azione non viene riferita dal
Berti) con una forza di circa 100 uomini
che vengono però fermati da una parete rocciosa e dall'artiglieria italiana.
Un secondo tentativo (4-500 uomini) viene effettuato da 2 compagnie del X battaglione del III
Landesschützen (cap. Schmid) e dalla 2ª/X/59° IR "Rainer" con l'appoggio di un obice e di due
cannoni da montagna; i preparativi però durano fino al 12 giugno ed inoltre vengono scorti
dagli italiani, che corrono ai ripari inviando di rinforzo la 28ª compagnia del
Fenestrelle, con la sezione mitragliatrici
e 50 uomini del XVI battaglione della Regia Guardia di Finanza (ten.
Amoretti).
Il cap. Plammer avanza protetto dall'artiglieria fin verso la cima del Col dell'Ai, dove lascia il 3° plotone del cad. Ortner, mentre col resto degli uomini si dirige a nord-est verso Cima Vallona, aspettando l'appoggio sul fianco del plotone Ortner. Quest'ultimo riesce a scacciare gli italiani dalla vetta del Col dell'Ai ma il rumore della battaglia inganna il Plammer il quale, invece di attenersi al piano prestabilito, torna indietro per aiutare il 3° plotone che ritiene in difficoltà; in tal modo perde due preziose ore e costringe 250 uomini ad ammassarsi in uno spazio assai ristretto. Gli alpini in precedenza messi in fuga si raggruppano e passano al contrattacco ed a loro volta scacciano gli austriaci.
L'attacco condotto da ovest contro Cima Vallona da un'altra compagnia di Landesschützen deve essere dirottato in difesa della Pitturina in quanto gli italiani, dopo aver ricevuto i rinforzi, minacciano la posizione stessa. Su Cima Vallona venne postato un pezzo da 149 in caverna, ma un giorno un proiettile austriaco riuscì a penetrare per la feritoia, facendo strage dei serventi al pezzo.
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