Conquista italiana di Fontananegra

9 Luglio 1916

Sempre nella notte tra 8 e 9 luglio gli italiani sferrano un grande attacco contro Fontananegra. Alle 1:30 del 9 la 96ª del Monte Antelao (cap. Rossi) e la 150ª (cap. Reverberi) per un totale di 300 uomini si preparano in linea. Alle 2 inizia il fuoco dell'artiglieria che però non batte un determinato settore destinato alla manovra di aggiramento. Nei primi 10 minuti di fuoco, un plotone della 96ª (s.ten. Venier con 35 uomini) si insinua, passando per l'alta destra, a tergo del presidio austriaco. Nello stesso tempo il plotone Carugati attraversa la Tofana II e si porta a q.2905. Dopodichè scattò l'attacco frontale ed inoltre vennero assaliti i presidi delle Tre Dita e di Nemesis. Dopo ore di lotta accanita, alla fine gli italiani ebbero la meglio.

I fatti descritti nel seguito sono principalmente tratti da Schemfil ("Storia del 3° Kaiserjäger").
La posizione austriaca di Fontananegra era situata a circa 800 passi sotto la sella e consisteva in una linea fluttuante che si appoggiava a dei massi rocciosi. Si divideva in ala sinistra e destra, ognuna di 3 gruppi. L'ala sinistra era assicurata dal Kavernenfels (Sasso Cubico) in cui erano state aperte due feritoie per una mitragliatrice. Dietro vi era la Kommandofelsen (Rocce del Comando). Da ambo i lati sull'altura vi erano due forti punti di appoggio: il Dickschädel (Tre Dita) e la Nemesis. Nonostante ciò la posizione era "quanto mai sfavorevole" in quanto in vista degli italiani, eccessivamente elevata e pressochè rinchiusa.

Nemesis e Tre Dita Nemesis e Tre Dita (foto L. Trenker)

Per questi motivi il cap. Barborka aveva sperato di poterla abbandonare, ma invece gli erano stati assegnati alcuni lanciamine e proiettori.
Il giorno 8 luglio si trovava in posizione L'Alpinen Detachement N. 3 (cap. Lap dei Kaiserjäger con 125 uomini ed un terzo di una compagnia del III Landstürm); alle 2 di notte si scatenò un fuoco tambureggiante di pezzi di ogni calibro ed anche di una mitragliatrice postata sul versante sud-ovest della Tofana II. Durante questo fuoco, gli italiani (3° plotone della 96ª, ten. Venier ed il 1° della 150ª, s.ten. Borella), con il favore delle tenebre e di una fitta nebbia aggirarono l'ala destra. Parte della Landstürmkompanie 1/III (s.ten. Pollak e Klimt) era già stata ritirata durante il fuoco dell'artiglieria; ma una lotta accanita si sviluppò intorno all'ala sinistra. Il cap. Lap inviò il s.ten. Wiesberger all'ala destra ed assunse personalmente il comando dell'ala sinistra. Per due volte l'alf. Kecht tentò di effettuare una sortita dalle caverne, ma alla fine anche quel riparo venne circondato dagli italiani. Da dentro il cap. Lap fece fuoco con la mitragliatrice finchè venne resa inservibile delle bombe a mano italiane. Alle 6 del mattino la posizione era in mano italiana.
Le perdite italiane furono di 22 morti e 57 feriti, mentre da parte austriaca si parla di 170 (190 secondo altre fonti) soldati e 9 ufficiali nelle mani degli italiani (fonte dott. Sild) oltre a 100.000 cartucce, 470 bombe a mano, 4 mitragliatrici, 2 lanciamine, 2.400 scatole di conserva, 1.900 pacchi di riso.
"Il capitano austriaco Lap, nel consegnare la sua pistola al capitano Rossi chiede: 'voglio sapere se il miei Kaiserjäger si sono battuti con valore'. Alla risposta affermativa del cap. Rossi, aggiunge: 'se non fossero stati reparti alpini ad attaccare, non avremmo perduto le nostre posizioni fortissime'"

La perdita più grave per gli austriaci fu però un'altra: durante il fuoco della mattina, il cap. Barborka accorse con alcuni portaordini verso il luogo minacciato ma lo trovo già occupato dagli italiani. Con il moschetto di un uomo della sua scorta fece fuoco contro gli italiani ma fu ferito a un piede. Si volse verso la posizione Lauer (seconda linea dietro l'ala sinistra) per chiamare a rinforzo il plotone che ivi stazionava ma fu colpito da una scheggia e successivamente anche da alcuni colpi di mitragliatrice.

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